RESTITUIRE LA GESTIONE DELLA RISERVA AL COMUNE DI VITTORIA E AGLI ALTRI COMUNI INTERESSATI.


Oggi ascoltavo dei tecnici su problematiche connesse alla Riserva dei Pini D’Aleppo, 3 mila ettari di territorio, un tempo antropizzato e ricco. Dichiarano, e scrivono sul sito della Provincia, che la Riserva nasce nel 1990.

Invece la Riserva nasce nel 1981 con la denominazione di” Riserva di Vittoria”. Nel 1990 diventa per legge ( e per un emendamento del sottoscritto ) ” Riserva dei Pini D’Aleppo”.

Con un colpo di matita a Palermo fu delimitata un’area enorme e sottoposta per intero ai vincoli di tutela. L’area inglobava vaste porzioni, per centinaia di ettari, di terreni agrari trasformati e persino l’intera area dell’ex Emaia. I problemi insorsero immediatamente e il rigetto fu inevitabile.

La gestione provinciale risultava pero’ stranamente non sufficiente a tutelare le aree dell’intera Riserva, che venne immediatamente aggredita da insediamenti edilizi di notevole rilievo.

A difesa della Riserva si penso’ di cambiarne denominazione, ricollegando il nome all’essenza arborea tipica del Pino D’Aleppo, ma nello stesso tempo ridimensionadone l’estensione, che era gigantesca e coinvolgeva aree coltivate intensamente. Il cambio non doveva essere solo di denominazione quindi ma doveva investire anche la sua perimetrazione che era stata fatta con un colpo di matita, a muzzu.

Sul riferimento geografico alla Citta’ di Vittoria, per 10 anni gli imprenditori di Kastalia fondarono le loro carte per attuare gli interventi edilizi che conosciamo.

Ma la perimetrazione cambio’ di poco poiche’ le proposte del Comune di Vittoria furono ignorate dal Governo dell’epoca.

Sostanzialmente solo l’area Emaia fu tirata fuori dalla perimetrazione della Riserva mentre Kastalia non pote’ piu’ avvalersi in sede Tar del riferimento alla denominazione della “Riserva di Vittoria” per giustificare gli interventi edilizi effettuati e gli ampliamenti continui portati avanti negli anni.

Questi passaggi “dinamici ” sono stati totalmente cancellati dalla storia della Riserva e cio’ e’ abbastanza strano: in genere i tecnici non dovrebbero cancellare dati cosi’ rilevanti.

I tecnici non hanno spiegato poi come mai la gestione della Riserva non viene ceduta ai Comuni che sono stati espropriati in questa funzione dalla Provincia.

E non hanno spiegato neanche come mai  in trenta cinque anni di esistenza della Riserva, le uniche acquisizioni di terreni, che sono stati demanializzati, sono state finanziate da interventi del governo presieduto dall’On. Campione con decreti della Regione Assessorato Agricoltura, firmati dal sottoscritto nel 1993.

Una menzione a parte merita il lavoro di ricercatori individuali come il Prof. Girolamo  Giardina, che in anni di lavoro tenace e’ riuscito a descrivere e catalogare tutto cio’ che costituisce l’unicum vitale della Riserva.

Il resto è burocrazia di una Provincia superata.

 

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