RESISTENZA BATTERICA AGLI ANTIBIOTICI: È ALLARME

Si tratta del problema sempre più grave dello sviluppo e  diffusione della “resistenza batterica agli antibiotici” (AMR, Antimicrobial Resistance Infection) che si verifica quando i farmaci non sono più efficaci nel trattamento di infezioni causate da microrganismi.

Nel Regno Unito il Governo ha pubblicato un Rapporto (reso noto dal Guardian) del Cabinet Office contenuto nell’ultimo National Risk Register of Civil Emergencies che ha dato l’allarme sui gravi rischi che la popolazione potrebbe affrontare nell’immediato futuro  se non verranno sviluppati nuovi antibiotici. I dati molto preoccupanti hanno portato i contenuti del Rapporto sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.

Senza antibiotici efficaci, anche la chirurgia minore e le operazioni di routine potrebbero diventare procedure ad alto rischio, con conseguente aumento della durata della malattia e di mortalità prematura. Gran parte della medicina moderna (per esempio, trapianto di organi, chirurgia intestinale e alcuni trattamenti tumorali) può diventare pericolosa a causa del rischio di infezione. Inoltre, le pandemie o le epidemie diventerebbero più gravi senza trattamenti efficaci.

Nel Rapporto si legge che il numero di infezioni complicate da AMR dovrebbero aumentare notevolmente nei prossimi 20 anni. Se si verificasse un focolaio infettivo diffuso, dicono gli esperti, ci si potrebbe aspettare circa 200.000 persone colpite da una infezione batterica del sangue non curabile efficacemente con i farmaci esistenti, e addirittura circa 80.000 di queste persone potrebbero morire. Un alto numero di decessi potrebbe derivare anche da altre forme di infezione resistente agli antibiotici.

L’ AMR è un problema globale: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è necessaria un’azione internazionale coordinata per affrontare l’AMR come questione prioritaria: “L’era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono diventare mortali – ormai lontana dall’essere considerata una fantasia apocalittica, è diventata invece una reale possibilità del XXI secolo” (Keiji Fukuda, Vicedirettore per la Sicurezza Sanitaria dell’OMS).

Il report britannico, i cui contenuti allarmistici sono così reali, palesi e globali, ha aperto il dibattito anche in Italia; il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin : “Il tema della resistenza agli antibiotici è ‘una priorità’ del ministero della Salute.  La resistenza agli antibiotici è un problema mondiale, è una causa di morte, e lo sappiamo quando si muore per un’infezione contratta in ospedale (…) Da una parte c’è l’assunzione da parte degli esseri umani che è un aspetto, non è un tema solo di costi, ma di salute pubblica, stiamo ottenendo buoni risultati nella riduzione anche grazie alla ricetta elettronica, ma è un lavoro anche culturale. L’altra parte è quella degli animali, in Italia ci sono controlli molto severi che registrano ogni somministrazione. Il dato sull’uso degli antibiotici è alto nei nostri allevamenti, ma dentro gli alimenti che mangiamo sono pochi, perché nel momento in cui la carne viene macellata si è atteso un tempo sufficiente per smaltirli. Stiamo facendo un grande lavoro ma va fatto anche di più, anche con le nuove tecnologie per mettere in sicurezza gli allevamenti. Negli ultimi tre anni è stata ridotta del 30% la quantità antibiotici nelle carni, ma non è sufficiente”.

Il fenomeno “resistenza” quindi ha cause molteplici e globali tanto da rendere “necessaria un’azione internazionale coordinata” per la sua risoluzione.

 

(fonte: National Risk Registerof Civil Emergencies 2015 edition, da pagina 15)

 

 

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