Regionali: Crocetta si candida. Ecco perché. VIDEO

Alle prossime elezioni regionali i siciliani vivranno un dejavù! Musumeci, Crocetta, Cancellieri. Sono i tre candidati  alla Presidenza della Regione che si sfidarono  nel 2012 e che adesso  ci riprovano  per la prossima tornata in programma in autunno. Cinque anni fa, tre outsider. E’ probabile che anche in questa competizione ce ne siano altri tre. Ciò che è certo, però, che è cambiata la potenzialità dei candidati in corsa.

Rosario Crocetta da questi cinque anni di governo ne esce decisamente indebolito. Troppi presunti scandali, gossip, attacchi di partito, cambiamenti in giunta hanno incrinato l’immagine dell’uomo antimafia paladino dei diritti dei siciliani che erano stati calpestati dal Governo Lombardo. Di contro tuttavia rimane l’unica candidatura sino ad oggi emessa con certezza. Poco fa, all’interno della sede del suo “Megafono”, proprio con un megafono in mano ha annunciato la sua ricandidatura (il video della diretta lo trovate a seguire). Lui, intanto, c’è. Poi chi sarà con lui si vedrà. Il Pd? Boh. Di sicuro nel Pd non si candiderà la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Pietro Grasso, che per la seconda volta ha  ufficialmente comunicato di non essere interessato. Ma Crocetta si fa fiero del positivo risultato incassato  dalle sezioni unite della Corte dei Conti che nonostante il parere contrario del procuratore generale, si sono espresse favorevolmente sulla parifica dei conti regionali. Nel Centro Sinistra si deve comprendere anche come si muoveranno i vari movimenti politici che si stanno interessando al progetto di Leoluca Orlando che certo di sostenere Crocetta manco ci pensa. 

C’è po Giancarlo Cancellieri del movimento 5 stelle E’ indicato come il favorito. Si tratta tuttavia di un dato drogato. Cancellieri è in campagna elettorale ormai da mesi e nonostante bisognava attendere e passare dalle “regionarie”, Cancellieri da oltre un anno parla da candidato Presidente in opposizione al sistema politico di destra e di sinistra che ha governato a palazzo d’Orleans. Semplice quindi acquisire consenso. Non dimentichiamo tuttavia che non appena le truppe cammellate dei partiti ancora in qualche modo strutturati in Sicilia, scenderanno in campo si registrerà una ovvia contrizione delle simpatie verso il candidato pentastellato. Bisognerà vedere se si tratterà una riduzione di consensi tali da inficiare la sua corsa alla poltrona di Governatore.

C’è ancora Nello Musumeci. Con la sua “diventerà bellissima” ha anche lui da tempo costruito un progetto che, partito in sordina, è arrivato all’appuntamento  toto Presidente, abbastanza strutturato per essere preso in debita considerazione da parte dei partiti del centro destra o di ciò che del centro destra è rimasto, e valutarne la fattibilità. Non è certo la soluzione che infiamma gli animi ma forse la più credibile che ad oggi può esser spesa nel tentativo di rimettere insieme i cocci del centro destra del 61 a 0 e giocarsela con buone chance la partita.

Si aggiungono poi quelli che abbiamo definito outsider perché non riferibili a strutture di partito e perché ovviamente non da accreditare come competitor in grado di poter raggiungere risultati degni di nota. Ma è giusto che ci provino. Le elezioni non sono mai scontate. Si tratta di Franco Busalacchi,  la candidata liberale Piera Maria Lo Iacono e il candidato indipendentista del movimento Siciliani Liberi Roberto La Rosa. A questi nomi si dovrebbe aggiungere quello di Mariano Ferro dei Forconi.

 

La sfida insulare per i partiti coinvolti è molto più importante di ciò che possa sembrare. La Sicilia da sempre è stata laboratorio politico e ciò che succede in Sicilia alle Regionali può riproporsi poi a livello nazionale. Non ci si può permettere di sbagliare. 

Lo sa Miccichè che da una parte inizia a manifestare pubbliche simpatie per il candidato non di Forza Italia, Musumeci (ma si parla anche di Giovanni La Via), lo sa Crocetta che se dovesse vincere, zittirebbe nemici storici come Faraone e tornerebbe a fare la parte del leone nel centro sinistra siciliano. Ma se dovesse perdere, consumerebbe la sua vendetta politica fino in fondo, trascinando con molta probabilità nel baratro i vertici del centro sinistra nazionale. Renzi compreso. Ecco, appunto, la Sicilia come sempre laboratorio politico.

LA CONFERENZA STAMPA DI CROCETTA POCO FA A PALERMO

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