REFERENDUM, CODACONS: IMMANE SPRECO DA 300 MILIONI DI EURO, ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI

 

Un immane spreco di soldi pubblici pari a 300 milioni di euro, che si sarebbe potuto evitare se solo il Governo avesse seguito le regole della Costituzione, e che finirà ora al vaglio della Corte dei Conti. Lo afferma il Codacons in merito al referendum sulle trivelle e alle dichiarazioni rese ieri dal Premier Matteo Renzi, annunciando un esposto alla magistratura contabile.
“Ieri il Presidente del Consiglio ha affermato che “Non avremmo potuto accorpare il referendum con le amministrative neanche se avessimo voluto perché una legge non ce lo permette”, ma questo non è assolutamente vero – spiega il CODACONS – Non esiste alcuna legge che vieta l’election-day, e lo stesso Ministro dell’Interno Angelino Alfano, in una interrogazione dello scorso febbraio, parla espressamente di “assenza di disposizioni specifiche sull’accorpamento tra referendum ed elezioni amministrative”. Tesi confermata pochi giorni fa dal Consiglio di Stato il quale, pronunciandosi sul ricorso Codacons per l’election-day, ha scritto testualmente: “unicità di data certamente non vietata ma nemmeno imposta dalla legge”.
Al contrario Renzi, posto che nessuna legge vieta l’accorpamento tra elezioni e referendum, avrebbe dovuto attenersi all’art. 97 della Costituzione Italiana, garantendo non solo il buon andamento della P.A., ma anche un risparmio di 300 milioni di euro per la collettività. Soldi sprecati di cui il Premier è il solo ed unico responsabile, e che ora finiranno al vaglio della Corte dei Conti – conclude il Codacons.

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