RAGUSA IBLA CONFERMA IL SUCCESSO COME CITTA’ D’ARTE

Negli ultimi cinque anni il 38% dei siciliani si è recato in un’area archeologica dell’isola, mentre uno su cinque è entrato in un museo o in una galleria d’arte regionale. Un numero molto più alto, il 46%, ha visitato un palazzo storico o un complesso monumentale. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine, pubblicata nel volume “Sicilia: segni d’arte e pietre di memoria”, condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, per conto del Consorzio Forum, ha analizzato il rapporto tra i siciliani ed i loro musei, la conoscenza delle città d’arte e dei siti archeologici, il grado di soddisfazione dei visitatori rispetto alle modalità di fruizione del patrimonio artistico delll’Isola. “La Sicilia – afferma Pietro Vento, direttore dell’Istituto Demopolis – custodisce un patrimonio inestimabile non ancora del tutto conosciuto dai siciliani, tra i quali sono comunque cresciuti, negli ultimi anni, l’interesse e la sensibilità nei confronti dei beni storici e culturali della Regione. Oltre la metà del campione di 2.100 cittadini intervistati si è recato, negli ultimi cinque anni, nel centro storico di una città siciliana, per scoprirne l’arte, l’architettura, le tradizioni culturali: in testa alle preferenze, Palermo, Taormina, Ortigia, Catania, Monreale, Ragusa Ibla, Erice, Cefalù e Caltagirone. Dalla tabella si può notare come il 20% degli intervistati ha scelto la città iblea come meta turistica, un gran bel risultato considerando che famosi centri turistici, sui quali si è da molto tempo investito ingenti capitali, quali Erice, Cefalù o Noto hanno segnato un risultato meno soddisfacente. I dati confortano quindi le scelte degli amministratori locali che tanto stanno puntando sul miglioramento della qualità urbana nei centri iblei. Ritornando all’analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, quasi un siciliano su due, con una prevalenza tra i laureati e gli under 35 – conclude Pietro Vento – ha visitato un palazzo o un complesso storico, prediligendo, per lo più, la Cattedrale arabo-normanna, il Teatro Massimo ed il Palazzo Reale di Palermo, il Duomo di Monreale ed il Castello Ursino di Catania”. Per interessi di studio e cultura, o semplicemente per trascorrere in compagnia della storia più antica il loro tempo libero, i siciliani frequentano il patrimonio archeologico dell’Isola. Solo tre intervistati su dieci dichiarano di non aver mai visitato un’area archeologica. Il 72% dei siciliani sa spontaneamente citare un sito; quasi il 40% vi si è recato negli ultimi cinque anni. Più visitati risultano la Valle dei Templi di Agrigento, il teatro di Taormina, l’area archeologica di Siracusa, Segesta, la Villa del Casale di Piazza Armerina, Selinunte, Tindari, Mozia ed il teatro antico di Catania. Ancora da sollecitare e da incoraggiare è invece l’incontro fra i cittadini siciliani ed il patrimonio d’arte e cultura custodito nei musei e nelle gallerie dell’Isola. Forse perché avvertiti ostili e destinati ad un pubblico esclusivamente colto, i musei sono poco conosciuti dagli intervistati: il 53% non riesce a ricordare il nome di un solo museo ed una percentuale analoga dichiara di non averne mai visitato uno. Anche in tema di musei, la porzione giovane della popolazione siciliana si rivela la più attiva, e le donne più interessate degli uomini. L’indagine, realizzata dall’Istituto Nazionale di Ricerche DEMOPOLIS per conto del Consorzio FORUM e pubblicata nel volume “Sicilia: segni d’arte e pietre di memoria”, è stata diretta e coordinata da Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano; Maria Sabrina Titone ha contribuito all’analisi dei risultati. La rilevazione demoscopica è stata condotta dal 16 maggio al 15 giugno dall’Istituto Demòpolis su un campione regionale di 2.100 cittadini, rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Sicilia. (Laura Curella)

 

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