RAGUSA: CINQUE STELLE DI CEMENTO

 

Nonostante la giurisprudenza ormai consolidata lo escluda apertamente (si veda ad esempio la sentenza del Consiglio di Stato nel box allegato) il Comune di Ragusa cerca caparbiamente di far costruire 10 alberghi in zona agricola, in un territorio in cui ve ne sono altrettanti incompleti o abbandonati, facendo un ulteriore regalo a palazzinari e speculatori.

 

Ci risparmino la solita solfa della necessità di posti letto per lo sviluppo turistico: la Francia ha solo il 6% di posti letto in più dell’Italia ma ben l’80% in più di turisti.

 

E’ ora di dire basta a questa trasversale resa culturale, economica e politica al cemento.

 

Chiediamo ancora una volta di smetterla con questo continuo consumo di suolo agricolo. Il suolo agricolo è prezioso. Non si può fare l’agricoltura di qualità, di cui tutti si riempiono la bocca, se si degrada continuamente il suolo. Cementificazione è uguale a desertificazione. Dov’è finito lo stop al consumo di suolo? Evidentemente era solo uno slogan.

Si rinunci. Si cerchino altre e più intelligenti strade. Si utilizzi ad esempio appieno la legge regionale sull’albergo diffuso, paradossalmente promossa e fatta approvare dal M5S, che tanti successi sta riscuotendo per esempio a Scicli.

 

Noi, coerenti fino in fondo, ci opporremo con tutti i mezzi possibili a questa follia, in linea con coloro i quali, in modo lungimirante e coerente, stanno cercando di fare approvare in parlamento una legge sul consumo di suolo che metta fine una volta per tutte alla cementificazione del Belpaese.

Box1

“E’ illegittimo un Piano di lottizzazione di un insediamento turistico-rurale (e dei conseguenti permessi di costruire), il tutto in piena campagna, nell’ambito di un territorio deputato (almeno sino al rilascio dei permessi di costruire) alla coltura dell’ulivo. Ciò che caratterizza la zona “E” non è tanto la immediata, presente (e futura) destinazione all’uso agricolo, quanto, in negativo, l’esclusione di destinazione ad utilizzazioni edificatorie, quali, in particolare, i “nuovi complessi insediativi”, che trovano la loro localizzazione nell’ambito della “zona C”, ovvero i “nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati”, che trovano la loro collocazione nell’ambito della”zona F”. Si intende, affermare che, se è vero che la “zona E” non caratterizza di per sé aree destinate necessariamente e direttamente all’uso agricolo, e che essa consente anche utilizzazioni edificatorie (come peraltro testimonia la previsione di un sia pur minimo indice di densità fondiaria), ciò che comunque non può ritenersi possibile in zona E è la utilizzazione delle aree della stessa in modo tale da “invadere” quello che è il contenuto tipizzante di altre destinazione di zona.” Sentenza Consiglio di Stato , sez IV , n. 830 , del 12 febbraio 2013; Sentenza Consiglio di Stato sez IV, n. 2441 del 14 maggio 2015.

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