Raccontare la cucina popolare di Monterosso Almo rappresenta un recupero della memoria

A Monterosso Almo, non c’è festa che si rispetti che non abbia un riscontro nella buona cucina, sono i gusti semplici quelli  della tradizione  monterossana  che sanno di ricordi e di intensi odori di montagna. L’arte della cucina contadina riconduce agli antichi sapori in cui le materie prime, spesso le più povere, venivano lavorate rispettando la genuinità.  Nelle masserie degli iblei ci si preparava a macellare il maiale, animale che accudito  per lunghi mesi, garantiva l’intera economia alimentare della famiglia per l’intero anno e con i semi di finocchio selvatico ed il sale si preparava la salsiccia. Con la cotenna e la testa del maiale ben lessati e coperti del loro brodo, aromatizzato con foglie di alloro, pepe nero e succo di limone, veniva preparata la gelatina. Ancora oggi  negli iblei ritornano a tavola  sapori e profumi di un tempo passato e ancora oggi vengono preparate le pastiere con ripieno di carne (cavallo, tacchino) e le “mpanate” (rustici) tipiche della tradizione monterossana e vengono anche condite con verdure selvatiche, capuliato, (pomodoro essiccato al sole) e caciocavallo, fave fresche e ricotta, pomodoro fresco e prezzemolo o basilico. Sulle tavole  non possono mancare ricotta e salsiccia, ingredienti utilizzati anche per la farcitura dei rustici. Sulle terrazze del borgo le signore ancora oggi come un tempo preparano l’estratto di pomodoro, la salsa abbastanza densa, si fa raffreddare bene e si sistema in piatti di terracotta che vengono esposti al sole quando è tutto ben essiccato “lo strattu” ottenuto si conserva in barattoli di vetro con un po’ d’olio e di basilico pronto per l’inverno e con questo gustoso e saporito ingrediente viene preparato il sugo. Nella bella stagione, in campagna si vedono grossi recipienti posti sul fuoco pieni di pomodori necessari per preparare le scorte di bottiglie di salsa per l’inverno. La pasta tipica sono i ravioli con ripieno di ricotta e i cavati. Si produce anche la cotognata: marmellata realizzata con le mele cotogne, il miele di timo ibleo, la produzione di origano e tanto altro ancora. Monterosso Almo inoltre è il clima ideale per la produzione di ciliegie e con la confettura vengono poi preparati i tipici biscotti “Parigini”. Tipiche del periodo natalizzio sono le crispelle con miele, riso, farina, lievito, zucchero, arance, latte e cannella e i “marmarati” biscotti  di mandorle con farina.

Se è vero che la cucina esprime in maniera immediata il rapporto fra uomo e natura, è vero anche  che questo rapporto è in qualche modo legato alle condizioni di vita del territorio dunque fare una tappa in questo piccolo borgo è un vero e proprio itinerario del gusto.

Marzia Paladino

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it