QUINTO APPUNTAMENTO DI TEATRO APERTO A VITTORIA

Venerdì 15 marzo ore 21, TEATRO COMUNALE di Vittoria andrà in scena il penultimo appuntamento di TEATRO APERTO.

DUE PASSI SONO della comapgnia Carullo-Minasi.

 

“E se desiderassimo che questo durasse per sempre?

Per sempre, sì, per tutta la vita!

non per tutta la vita, Cri, per sempre.”

 

Lo spettacolo è un caso teatrale. Partito come una piccola produzione indipendente è stato insignito di due importanti riconoscimenti nel 2012: Il premio Scenario per Ustica eil Premio In-Box.

Questa la motivazione della giuria di inbox:

“Per la capacità di affrontare il tema della ricerca della felicità con un linguaggio al tempo stesso personale e universale, contemporaneo e popolare, in cui s’intrecciano fragilità e cinismo, determinazione, ironia e autoironia, disillusione e sogno, desiderio e commozione.

Per la grazia surreale dei due interpreti, che anima la drammaturgia e la messa in scena con essenzialità e una mimica che a tratti lambisce la coreografia; per aver immaginato un luogo i cui limiti angusti sono costruiti solo per essere superati, mostrando la bellezza di ogni “fuori.”

 LO SPETTACOLO

Laddove la quotidianità ha preso le sembianze della patologia, due piccoli giganti combattono una dolce e buffa battaglia per imparare a non fuggire dalla vita, usando le armi della poesia e dell’autoironia. Ma la struggente consapevolezza del limite, anziché spegnere desideri e speranze, diventa per loro il grimaldello con cui forzare la porta del futuro. Libertà è uscire dalla gabbia dorata di bugie protettive che impediscono di spiccare il volo a un’intera generazione.

Due passi sono per varcare quella soglia: si chiamano amore e dignità, guadagnati sul campo da un Romeo e Giulietta in miniatura, che non hanno paura di dormire per finta e sognare per davvero quella vita a lieto fine di chi, suo malgrado, ha assaggiato la morte.Due piccoli esseri umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, si ritrovano sul grande palco dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più stretto dall’arredamento essenziale, stranamente deforme, alla stregua dell’immaginario dei bimbi in fase febbricitante. Attraversano le sezioni della loro tenera per quanto altrettanto terribile, goffa e grottesca vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi dentro una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un “balzo” -nonostante le gambe molli- aprirà la custodia del loro carillon. Fuoriescono vivendo il sogno della vera vita da cui non v’è più bisogno di sfuggire, ma solo vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la malattia dunque i limiti dello stare. 

Per vedere tutta la programmazione vai alla pagina TEATRO APERTO.

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