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Quelle lapidi al cimitero di Ragusa potrebbero non essere più le stesse
06 Feb 2020 15:03
Avete presente le lapidi, o come comunemente vengono chiamati “i monumentini” che si trovano al cimitero di Ragusa? Ebbene, a partire praticamente da oggi, potrebbero non essere più le stesse. Ragusa conta tre cimiteri: quello di Ibla, quello di Marina di Ragusa e quello di Ragusa superiore. Al momento, per poter costruire un monumentino celebrativo, viene applicato un regolamento che è in vigore dal 1992. Tale regolamento, all’epoca, prevedeva di uniformare, quantomeno nelle dimensioni, tutte le lapidi cimiteriali.
La ragione dietro questa scelta era semplice: dare al cimitero un senso di continuità e di equilibrio, ed evitare quindi che vi fossero lapidi fin troppo barocche e altre troppo minimali. In quel regolamento, era previsto come unico vincolo per chi decideva di costruire una lapide, oltre alle dimensioni del monumentino, anche il vincolo di mettere una foto in un ovale e di utilizzare le lettere per le date di nascita e di morte o di un eventuale epitaffio, in bronzo, tutte misure che riguardano la parte superiore della lapide.
Tale vincolo, all’epoca, venne contestato: mentre nessuno si oppose per le dimensioni della lapide, si chiese all’amministrazione di avere tolleranza per le dimensioni della foto e per le lettere bronzee, in modo che l’utente potesse conservare una maggiore libertà nella scelta della “decorazione” della lapide pur mantenendosi comunque nelle regole delle dimensioni complessive.
Rispettando queste semplici regole di comune e pacifica convivenza, gli utenti erano poi abbastanza liberi di adornare il monumento del proprio caro come preferivano. E fino ad oggi, in effetti, è stato così.
Da qualche giorno, però, tutto è cambiato. Le segnalazioni ci arrivano da moltissimi utenti che, purtroppo, si sono trovati nell’impossibilità di poter usufruire delle lapidi già costruite dai propri operatori di fiducia.
L’ufficio preposto del Comune di Ragusa, infatti, ha deciso non solo di applicare il regolamento del 1992 alla lettera, ma di mettere un vincolo che, a parere di molti, è parecchio stringente: lo spazio riservato alle foto, all’eventuale epitaffio e alle date, non dovrà superare la misura di 25X20 cm.
Praticamente, la metà di un figlio A4. Per gli utenti, una misura troppo piccola: “Perché non utilizzare una misura per la scrittura e la foto di 50×50 o di 1×1? La dimensione della lapide non cambia, e nemmeno al Comune cambia nulla. Non comprendiamo il motivo di questa scelta e poi fatta in modo così repentino”, ci spiegano.
Molte lapidi, tra l’altro, erano state realizzate già da tempo dagli operatori del settore e ciò sta creando un grave disagio economico, da una parte, e affettivo per chi si ritrova a dover cambiare le proprie scelte in corso d’opera.
Secondo quanto si è potuto apprendere, sono stati già informati il sindaco e l’assessore, a cui è stato chiesto il motivo di una tale presa di posizione da parte degli uffici. Ci si aspetta, quantomeno una certa tolleranza e la possibilità di ristabilire delle misure ritenute più idonee, affinchè i familiari possano esprimere ai propri cari defunti, tutto il loro amore e il loro affetto. Non è ai defunti che servono le lapidi e i sepolcri. Servono ai vivi, affinchè il loro ricordo rimanga sempre impresso nei nostri cuori.
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