QUANDO SI ASPETTAVANO ‘ ‘I VARCUZZI’

Chi scrive, alla fine degli anni ’50, esattamente nel 1959, passò la villeggiatura al pianterreno della casa d’angolo che domina, tutt’ora la piazzetta della Dogana e il vecchio scalo di alaggio delle barche dei pescatori di Marina di Ragusa. Il lungomare Mediterraneo non esisteva, c’era solo lo spazio a ‘L’ che si intravede, dopo solo uno strettissimo sentiero sulla scogliera, che portava al faro e, ancora oltre, permetteva di arrivare allo scalo trapanese. I miei ricordi sono legati ai militari della Caserma della Guardia di finanza che uscivano di pattuglia con motociclette dell’epoca, nel classico colore di ordinanza, grigio, ai pescatori che nello spazio antistante la casa, di pomeriggio, stendevano le reti per ricucire gli strappi, ma soprattutto alla consuetudine giornaliera di aspettare il ritorno delle barche dei pescatori per comprare il pesce fresco. C’era chi rientrava anche con pochissimo pescato, che a stento riempiva una classica cassetta per il pesce in legno, ma c’era sempre una piccola folla di amanti del pesce, in attesa.

La consuetudine si è mantenuta negli anni, anche se i pescatori si sono ridotti di numero e anche se si è persa la poesia delle cassette di legno e della carta gialla in cui venivano involtati i pesci, la carta paglia di una volta sostituita oggi dal sacchettino di plastica.

Di buon mattino, c’è ancora qualche pescatore che, al rientro, offre in vendita quello che ha pescato.

Purtroppo le normative di legge vanno cambiando e anche ciò che da decenni ha costituito una normale consuetudine, da tutti accettata, non va più bene.

Da qualche tempo, addirittura, anche le forze dell’ordine sono intervenute nei confronti dei pescatori i quali sarebbero sprovvisti della necessaria autorizzazione per la vendita del pescato.

Della questione i pescatori di Marina di Ragusa hanno investito il consigliere comunale Angelo la Porta, che è stato sollecitato a farsi parte attiva nei confronti dell’amministrazione.

“E’ mia intenzione coinvolgere il vice Sindaco Massimo Iannucci, sempre sensibile alle istanze dei cittadini, per cercare una soluzione per i pochi pescatori rimasti di Marina. Occorre venire incontro a questa gente che, in questo particolare momento di crisi, cerca di arrotondare le entrate, già scarse, facendo ricorso ad una attività che costituisce più un passatempo che un lavoro.  Occorre trovare una soluzione, fornendo le necessarie autorizzazioni, provvedimento che dovrebbe inserirsi nell’ottica delle prospettive contenute nell’atto di indirizzo del Piano triennale delle opere pubbliche in cui si contempla la creazione di una struttura ad hoc, proprio a Marina, per la vendita del pescato giornaliero”.

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