Qualità della vita: Ragusa non è un paese per vecchi e bambini 

Ragusa non è un paese per vecchi. E, soprattutto, per i più piccoli. Occorre parafrasare il titolo del noto romanzo di Cormac McCarthy, poi portato con successo sul grande schermo dai fratelli Joel ed Ethan Coen, per sintetizzare l’ultima classifica redatta dal Sole 24 Ore con gli indici sulla Qualità della vita di bambini, giovani e anziani, presentata in anteprima al festival dell’Economia di Trento. In generale il comune capoluogo e il resto della provincia sono nella parte bassa delle classifiche basate su 36 indicatori in totale.


Ragusa si piazza al 93.mo posto sulle 107 province nazionali per la qualità della vita dei bambini (0-14 anni). Bene il tasso di fecondità (seconda dopo Bolzano), malissimo per numero di scuole dotate di mensa (105); male per sport agonistici (86), numero di delitti denunciati a danno di minori (84), numero di edifici scolastici con la palestra (82) e giardini scolastici (82).

Meglio gli indicatori riguardanti i giovani, così come nel rapporto sono denominati i residenti nella fascia compresa fra i 15 e i 64 anni. Comune capoluogo (per alcuni indicatori) e il resto della provincia (per altri) sono al sessantesimo posto. Le nostre giovani si piazzano all’ottavo posto nazionale per l’età media del primo parto, bene anche l’indice di imprenditorialità giovanile, legato alla percentuale delle imprese con titolare under 35 sul totale di quelle registrate (22.mo posto), il saldo migratorio (26.ma posizione), il quoziente di nuzialità (28), il canone medio di locazione nel capoluogo (30.ma posizione). Molto peggio il numero di bar e discoteche (102.ma posizione), imprese che fanno e-commerce (93), la disoccupazione giovanile (90.mo posto), il numero di amministratori comunali under 40 (84.ma posizione) e il numero di laureati in provincia (82).

Capitolo anziani (65 anni in poi): Ragusa è al settantesimo posto. In sintesi: posizione 106 per numero di biblioteche ogni 10mila abitanti, 101 nel trasporto di anziani e disabili, 98 per assistenza domiciliare, 82 per numero di infermieri ogni 100mila abitanti, 70 per numero di medici specialisti, 66 per speranza di vita, 65 per numero di orti urbani, 63 per numero di geriatri ogni 10mila abitanti sopra i 65 anni.

La seconda edizione dei tre indici, calcolati ciascuno su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate (Istat, Miur, Centro studi Tagliacarne, Iqvia), è stata aggiornata dal Sole 24 Ore per raccontare come è cambiata la mappa del benessere in base alle “risposte” dei territori alle esigenze specifiche di tre target generazionali.


Regina dei bambini è Aosta, Piacenza per i giovani, mentre il Sud mostra una certa vitalità tra i ragazzi. Sulla disoccupazione le ultime 31 province (con Siracusa in coda a causa di un tasso di giovani disoccupati del 42,4%, a fronte del 4,9% della capolista Bergamo) sono tutte del Mezzogiorno.
Gli anziani vivono meglio in Sardegna. Cagliari risulta la provincia in grado di offrire le migliori condizioni.

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