PUGNI E SCHIAFFI PER GELOSIA UN DENUNCIATO

 

Ragusa, martedì 15 luglio 2014. I militari dell’aliquota radiomobile della compagnia carabinieri di Ragusa sono dovuti intervenire la scorsa notte presso un appartamento di Ragusa dove un giovane aveva aggredito e malmenato un suo conoscente per motivi sentimentali. L’aggressore era infatti convinto che la propria fidanzata se la intendesse ancora con il suo ex, l’aggredito.

L’indagato, amico della cognata della vittima, l’aveva accompagnata da quest’ultimo per sbrigare delle faccende private. Con l’occasione è salito anch’egli in casa e ha iniziato a prendere a male parole l’altro, accusandolo di intrattenere ancora rapporti con la sua ex fidanzata, ora accoppiatasi con l’iroso intruso.

Proprio mentre i due erano a discutere, squilla il telefono dell’ex, e chi era? Colta in piena flagranza, l’interlocutrice non era altri che la donna contesa, fidanzata con uno ma ancora amica dell’altro… La telefonata è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il giovane, accecato dall’ira per aver fiutato aria di tradimento, s’è avventato rabbiosamente contro il contendente prendendolo a schiaffi e pugni, addirittura facendo svegliare mezzo condominio per le urla. La povera cognata ha provato ad interporsi, riuscendo a prender tempo e permettendo al parente si rinchiudersi in camera del padre, da dove ha chiesto aiuto al numero unico europeo di pronto intervento 112.

All’arrivo dei militari gli animi s’erano già un po’ calmati. L’aggredito, visitato presso il pronto soccorso, ha avuto venti giorni di prognosi per aver rimediato diverse contusioni al volto, due denti rotti e il naso fratturato.

I militari, perquisito l’aggressore e il suo veicolo, hanno trovato un grosso coltello a serramanico da cacciatore, che è stato sottoposto a sequestro.

A.S., 24enne autista ragusano, è stato indagato per lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e porto di oggetti atti ad offendere. A seguire le ragioni del cuore, perdendo la testa, s’è imbarcato in un grosso guaio poiché, sebbene incensurato, ora è accusato di reati gravissimi.

 

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