Provola dei Nebrodi DOP: amata nel mondo. Nuove prospettive grazie a progetto scientifico. FOTO E VIDEO

FLORESTA – Un formaggio che racconta la Sicilia più autentica. Una giornata che ha unito ricerca scientifica, sapere artigianale e strategie di marketing. È con la celebrazione della Provola dei Nebrodi D.O.P. e con la premiazione dei migliori produttori che si è concluso, domenica 25 maggio a Floresta, il progetto PdN SC. CO. Marketing, finanziato dal PSR Sicilia 2014-2022 – Sottomisura 16.1. Un evento che ha fatto da coronamento a un lungo percorso di valorizzazione di uno dei simboli più rappresentativi dell’agroalimentare siciliano. Il progetto – il cui nome per esteso è “Stagionatura collettiva, concentrazione dell’offerta della Provola dei Nebrodi D.O.P. e nuovi modelli di qualificazione e valorizzazione dei prodotti” – ha puntato a rafforzare la filiera attraverso attività di ricerca scientifica, sperimentazione, formazione e comunicazione, coinvolgendo istituzioni, università, imprese e professionisti del settore.

Nel cuore del Parco dei Nebrodi, dove ancora le vacche pascolano libere tra i pascoli verdi, la Provola D.O.P. continua a essere prodotta con latte crudo e tecniche artigianali. È qui che la memoria collettiva e la sapienza dei casari diventano patrimonio economico e culturale. Un’identità casearia che ha trovato nel convegno di Floresta – ospitato presso il plesso scolastico di via Umberto I – uno spazio di confronto tra ricerca, scuola, istituzioni e territorio.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco Antonio Stroscio e dei rappresentanti dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, il convegno ha preso corpo con gli interventi del prof. Giuseppe Licitra, responsabile scientifico del progetto, e del ricercatore Rosario Petriglieri del CoRFiLaC, che hanno illustrato i risultati ottenuti sulle tecniche di stagionatura e sfogliatura, insieme alle analisi nutrizionali della Provola. Un focus particolare è stato riservato alle varianti più identitarie del prodotto: la Provola sfoglia e la Provola con dentro il limone. 

A portare il tema della comunicazione in ambito agroalimentare è stato Vincenzo Russo, docente di Neuromarketing alla IULM di Milano, che ha illustrato i risultati di test sensoriali e percettivi condotti sul nuovo packaging e sullo spot istituzionale, analizzati attraverso il filtro delle neuroscienze. Si è parlato di strumenti innovativi per raccontare l’unicità della Provola e posizionarla efficacemente nei mercati nazionali e internazionali.

Nel corso del progetto, le attività sperimentali si sono intrecciate anche con il coinvolgimento delle scuole alberghiere, attraverso laboratori del gusto e iniziative di sensibilizzazione al consumo consapevole. Alcuni dati raccolti, pur restituendo un quadro problematico sulle abitudini alimentari delle nuove generazioni – che tendono a preferire i prodotti industriali ai formaggi locali – hanno rafforzato la consapevolezza sull’importanza della formazione e comunicazione a partire dai più giovani, senza tuttavia distogliere lo sguardo dagli obiettivi centrali di qualità e crescita per i produttori.

La giornata si è conclusa con il laboratorio d’assaggio, realizzato con la collaborazione dell’Istituto Alberghiero di Randazzo, e con la premiazione dei migliori produttori di Provola dei Nebrodi D.O.P., presentata da Massimo Todaro. I riconoscimenti sono andati alle aziende: Galati Rando, Galati Giordano, Floriglio, Costanzo Carmelo e Bionatura. Una “verticale” di degustazione con diverse stagionature ha permesso di apprezzare le sfumature del prodotto e l’altissimo livello qualitativo raggiunto.

A tirare le fila dell’esperienza, il presidente del Consorzio Provola dei Nebrodi Dop, Piero Valenti, ha raccontato il “prima e dopo” del progetto, mentre il prof. Licitra ha delineato le prospettive future per la D.O.P., sottolineando come la collaborazione tra ricerca, impresa e territorio possa rappresentare la chiave per un’agricoltura più sostenibile e consapevole.

La Provola dei Nebrodi, dunque, si conferma non solo formaggio, ma narrazione viva di un territorio che scommette su se stesso, investendo nella qualità, nella memoria e in un futuro condiviso.


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