PROTESTE DEGLI STUDENTI

A far sentire la loro voce sono scesi in piazza circa 200 studenti. Dopo aver contestato il governo Monti, e le politiche d’austerità, oggi gli studenti medi hanno bloccato il centro storico: via Maqueda, corso Vittorio Emanuele e i ‘Quattro Canti’. Infine il corteo si è fermato davanti  Palazzo delle Aquile sede del Comune”.
Gli studenti bruciano i manichini di Bersani, Monti e Brlusconi. .
La cosa dovrebbe indurci a delle riflessioni e considerazioni:la nuova generazione non crede più alle parole, non si sente rappresentata da nessuno. Gli studenti, collettivi degli studenti ,vedono del marcio nella non valutazione della scuola, attraverso le varie riforme, che l’hanno affossata, da quella della Moratti, Gelmini, prima Fioroni, e dagli interventi di Profumo. La scuola in piazza, le proteste proliferano, in quanto non si vedono in prospettiva interventi a breve termine.
Ma la cosa che ci dovrebbe far riflettere è che gli studenti rifiutano le generazioni, che li hanno portati ad una simile situazione, da  cui non vedono via d’uscita. Qui  sta il problema: i giovani , forse, a volte, non lo sanno, ma vogliono essere protagonisti della storia ,che gli appartiene, e non spettatori inermi.
Qui ha fallito la politica, che coinvolge i giovani, a volte, con promesse, con aspettative, e non è riuscita a farli partecipare alla politica medesima, dando di essa una visione di vecchie logiche, e di vecchi sistemi di potere. I giovani hanno da sempre contestato, pensiamo al 1968, quello che accadeva negli Atenei, pensiamo agli anni ’70, ma c’erano idee, pensieri, progetti, allora, su cui costruire una lotta. Oggi, la situazione è  diversa:abbiamo fornito ai nostri figli e nipoti un mondo fittizio con prospettive rosee, illusioni non veritiere, un’educazione permissiva al massimo, e questi si ribellano,non tanto per le ristrettezze della crisi economica, in cui versiamo, quanto sul fatto di essere stati illusi. La politica ha coinvolto loro non nei contenuti necessari per cambiare la società in una migliore, quanto  su proposte disattese.
Di fronte agli scandali, di fronte alle promesse, oggi, questi bruciano i manichini di chi ci rappresenta, in quanto non si sentono ascoltati.
E’ bene far sì che la politica ascolti le proteste, non tanto in termini di concessioni, quanto in termini di creare un nuovo sistema democratico, che accolga i giovani, faccia parlare, e, poi, trovare le soluzioni, che non possono essere quelle di un sistema consumistico, di scuola, trasformata in azienda, dove il valore della persona viene inesorabilmente schiacciato.
I giovani non sanno spesse volte che cosa chiedere, ma sanno che quello che c’è non è positivo.
Circoli,comitati che nascono spontaneamente sono, forse, la soluzione della partecipazione anche dei giovani, come delle donne, degli adulti, degli anziani ad un dialogo costruttivo per una società più responsabile.
La via d’uscita da questo tunnel è, quindi , la partecipazione, il dialogo, la dialettica, che abbiamo dimenticato

   

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