Protesta del latte a Vittoria. Allevatori: “Lasciamo perdere e migreremo al Nord”

Circa 150 tra allevatori e pastori hanno dato vita stamane alla protesta che e’ partita dalla Sardegna per poi diffondersi in Sicilia, da Poggioreale (Trapani) a Enna, e oggi a Vittoria, nel Ragusano. Il latte, altrove gettato in grandi quantita’, trasportato nei furgoncini, diventa oggetto di trattativa con le forze dell’ordine che non hanno autorizzato lo sversamento. “Tanti giovani, anche piu’ giovani di me, lasciano perdere, se ne vanno al Nord. Nonostante questo lavoro sia la nostra piu’ grande passione. Un lavoro duro, 365 giorni l’anno. Noi non vogliamo cambiare lavoro, ma ogni anno si va a perdere, perdere… dove dobbiamo andare a finire?”: Nunzio Errigo e’ un giovane pastore che ha coordinato la protesta di oggi.

“Vogliamo un aggiustamento del prezzo del latte, della carne, della lana… siamo messi male, male, male. Non ci riferiamo agli intermediari, hanno problemi anche loro. Ci riferiamo a chi sta piu’ in alto, perche’ faccia una normativa. Il latte e’ pagato poco, la carne pochissimo, la lana va buttata. In questi anni le aziende stanno chiudendo tutte: ogni anno ne chiudono 5, 6 10…”. E prosegue: “Non sappiamo da chi dipende – aggiunge -. Certamente non da noi. Non sappiamo se e’ il mercato estero che ci danneggia, questo fa molto sicuramente… c’e’ un dislivello enorme Sud-Nord…”. Assenti le associazioni di categoria da cui peraltro l’ala dura dei pastori ha detto di non sentirsi rappresentata. Le istanze sono supportate da Movimento degli agricoltori, Altragricoltura Riscatto e Tavolo Verde Sicilia. “Non hanno mai funzionato, i consorzi hanno avuto sempre contatti diretti”, spiega Francesco Aiello, al ungo sindaco di Vittoria, nonche’ ex deputato e assessore regionale all’Agricoltura.

Parla, per conto di Tavolo Verde Sicilia, di una protesta per “la tutela del prezzo e del prodotto rispetto a un mercato che e’ dominato, controllato dagli altri, falsamente libero. I produttori non sono liberi per niente. Questo vale per il latte, ma anche per il ciliegino. Ormai non possono vivere con questi prezzi. La zootecnica ovicaprina sarda e’ piu’ strutturata, ci sono i consorzi di tutela, noi abbiamo solo quello del caciocavallo”. Domenico Bavetta, uno dei leader della rivolta siciliana. chiede un incontro al presidente della Regione, Nello Musumeci: “Non siamo terroristi, ma non vogliamo rappresentanti di categoria. Ci spieghino perche’ la Sicilia e’ al terzo posto, dopo Lazio e Sardegna, per capi allevati, ma al decimo per la produzione del latte. La nostra e’ una guerra anche per garantire i consumatori”. fonte Agi foto di repertorio
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