Protesta al carcere di Ragusa dopo suicidio 25enne. Sindacati: “Condizioni lavorative estreme”

Il suicidio di un giovane detenuto italiano presso la Casa Circondariale di Ragusa ha scatenato una protesta da parte degli altri detenuti che hanno inscenato una rivolta in segno di protesta contro le istituzioni che avrebbero dovuto tutelarne i diritti e la salute all’interno delle carceri. 

I detenuti dei tre piani del reparto penale hanno inscenato una protesta battendo e lanciando oggetti nei corridoi. Per placare i subbugli è stato richiamato altro personale non in servizio con l’ausilio di altre forze di Polizia. La protesta è stata rientrata solo a tarda notte. Protesta riferita all’esiguo numero di operatori capaci di fornire un supporto psicologico e ad una sanità locale incapace di fornire adeguati servizi assistenziali all’interno dell’istituto per i medesimi soggetti.

Parlano anche gli operatori della Polizia Penitenziaria che sostengono di essere costretti a operare in condizioni sempre più difficili, con turni di lavoro estenuanti, a causa della carenza di personale e delle condizioni lavorative estreme. Questo disagio lavorativo, insieme al ritardo nel rispondere alle istanze avanzate dai depositati, contribuisce a generare ulteriori tensioni all’interno della struttura, che poi possono sfociare in criticità.

Le segreterie provinciali di UILPA, CISL FNS e CGIL FP hanno denunciato le condizioni lavorative estreme presso l’istituto di Ragusa e l’inadeguatezza degli organici della Polizia Penitenziaria. La presenza di detenuti con patologie psichiatriche acuisce maggiormente le criticità, poiché l’istituto risulta inidoneo per la gestione di questi soggetti che il più delle volte necessiterebbero di un presidio medico psichiatrico costante.

Le organizzazioni sindacali hanno espresso il loro sostegno ai poliziotti che quotidianamente offrono in condizioni lavorative estreme, ma che riescono con encomiabile abnegazione e spiccate qualità umane e professionali, a svolgere il delicatissimo e difficilissimo compito istituzionale demandato. tuttavia, le organizzazioni sindacali hanno annunciato che a breve saranno comunicate le iniziative di protesta previste dalla legge, che verranno utilizzate per porre l’attenzione degli organi preposti, ai vari livelli, sull’istituto di Ragusa. In particolare, sarà richiesto un incontro urgente con il Prefetto di Ragusa, necessario per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nell’istituto, a salvaguardia dell’intera cittadinanza.

Il segretario nazionale del PolGiust, Francesco Davide Scaduto, ha sottolineato come la sicurezza degli istituti penitenziari non sia più un argomento di interesse pubblico e ha denunciato l’assenza di un protocollo di intervento per intervenire in tali ipotesi di criticità. La tragedia del suicidio del giovane detenuto italiano a Ragusa rappresenta un grido d’allarme per la situazione delle carceri italiane e la necessità di porre rimedio alla carenza di personale e ai problemi strutturali che affliggono le istituzioni penitenziarie del paese.

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