PROPOSTA PER UN SISTEMA ALTERNATIVO DI RECUPERO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

Alla luce delle problematiche che interessano il settore dello smaltimento dei rifiuti, il gruppo consiliare del Movimento per le Autonomie di Modica fa propria la proposta avanzata dal consigliere comunale Giovanni Occhipinti (MPA) riguardante un sistema innovativo ed alternativo per il recupero dei  rifiuti solidi urbani in Città. Negli ultimi 15-20 anni in Sicilia (come quasi in tutta Italia), la produzione dei rifiuti è andata via via aumentando fino a raddoppiarsi rispetto al passato. A questa situazione si è cercato di porre rimedio emanando una serie di provvedimenti legislativi, che negli intenti avrebbero dovuto porre fine al problema. La raccolta dei rifiuti solidi urbani distingue, fondamentalmente, due macro categorie di raccolta, ovvero la raccolta differenziata e la raccolta Tal Quale o residuale (indifferenziata). I bandi per la raccolta differenziata dei rifiuti, in linea con le disposizioni di legge, pongono come obiettivo il raggiungimento del 60% di RD, mentre il residuale 40% resta comunque indifferenziato. A questo punto sorge spontanea la domanda: ma dove finisce il 40% del rifiuto indifferenziato? Nel meridione d’Italia la risposta non può essere che una: in discarica (il termovalorizzatore più vicino è in Campania). Quindi con una produzione annua di rifiuti come quella modicana, stimata in circa 60.000 abitanti x 420 kg/anno = 25.200 tonnellate di rifiuti, una quantità stimabile in 10.800 tonnellate, pari al 40% di Tal Quale, va a concludere il suo ciclo in discarica.

E’ ormai noto che le discariche in provincia di Ragusa sono pressoché esaurite (resistono Vittoria, ma ancora per poco, e Ragusa, anche essa a tempo limitato). Di fatto, anche il 40% di rifiuto indifferenziato della RD, rappresenta un problema in quanto andrebbe ad essere conferito in discariche parecchio distanti dal nostro territorio (Es. provincia di Catania, Siracusa ecc.), con conseguente aumento dei costi del servizio e, quindi, con relativo aggravio sui cittadini modicani.

In qualità di rappresentanti della Città, ci corre l’obbligo di verificare l’esistenza o meno di soluzioni alternative, rispetto alle prospettive attuali Un aiuto concreto in tal senso ci viene fornito da un impianto, denominato REFOLO, innovativo e tecnologicamente avanzato, nato dalla collaborazione tra il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e Società private.L’impianto Refolo è un sistema di trattamento dei rifiuti a freddo. Si tratta di un sistema estremamente vantaggioso in termini economici ed ecologici nei confronti delle discariche e dei termovalorizzatori. Il sistema Refolo non necessita di raccolta differenziata, essendo la separazione dei vari componenti alla base dello stesso processo. In ogni caso nulla vieta che una parte della differenziazione possa continuare ad essere fatta a monte. L’impianto consente di recuperare gran parte dei materiali riciclabili come i metalli ferrosi e non ferrosi, la plastica e il vetro; alla fine del processo non vengono prodotti fertilizzanti e Biogas, ma combustibile solido ad alto potere calorifero, che può essere impiegato per tutti gli usi tipici dei combustibili (motori, caldaie, sistemi di riscaldamento centralizzati, impianti di termovalorizzazione), senza produrre i residui nocivi (solidi ed aeriformi) tipici dei termovalorizzatori attuali. Vengono prodotti, inoltre, materiali per l’edilizia. Si tratta essenzialmente di una combinazione di trattamenti di tipo fisico-chimico e mineralurgico, cioè trattamenti tipici delle industrie minerarie, che separano ed arricchiscono le materie prime minerali con metodi a basso costo. Il concetto a base di tale processo è la polverizzazione dei rifiuti, riducendoli in particelle tanto piccole (inferiori a dieci millesimi di millimetro) da poter distinguere e separare facilmente in esse i singoli componenti (elementi chimici, metalli, plastiche) grazie a noti, e sperimentati, procedimenti fisico-chimici.  Infine, grazie alla produzione di combustibile, l’energia termica prodotta rende completamente autonomo l’impianto.

 

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