Pronto Soccorso Ragusa, “Quando sei tra la vita e la morte, non si può dire: aspetti la fila”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un cittadino che, per fortuna, oggi sta bene ma che purtroppo ha rischiato di avere conseguenze molto gravi sulla sua salute a causa della scarsa lungimiranza e delle prassi burocratiche spesso incomprensibili che si riscontrano in sanità.

“Racconto quanto segue, mio malgrado, di quanto successomi dopo la mezzanotte del 30 agosto 2021 al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Ragusa Giovanni Paolo II. Arrivo al P.S. intorno alle ore 00:30, accompagnato da un familiare, con tutti i sintomi di un infarto in corso e in cerca d’aiuto. Il primo step è di fare il tampone rapido con risultato del test dopo 20/30 minuti per poi passare al secondo step quello del triage, il momento più importante perché una valutazione errata a pazienti con un codice di priorità di accesso sottostimato rispetto alla condizione clinica e al rischio evolutivo, può andare incontro a morte o subire un danno severo a causa del mancato o ritardato intervento medico ovvero dell’invio del paziente a un percorso diagnostico-terapeutico inappropriato.

Premesso questo, sono accolto dall’infermiere che prende e trascrive tutti i dati personali, parametri vitali e sintomi da me lamentati con tutta la sofferenza di un probabile infarto in corso. Immediatamente mi sottopone a un elettrocardiogramma e m’invita subito dopo di stare in sala di attesa. È trascorsa oltre un’ora dal mio arrivo al P.S. e “Il tempo è muscolo” è una tipica frase che è usata per rilevare il carattere d’urgenza dell’infarto: vuole significare che ogni minuto sprecato prima dell’inizio della terapia equivale alla morte di una parte del muscolo cardiaco.

Dopo un’attesa di oltre un’ora e mezza in sala d’attesa mi rivolgo, quasi supplicando, all’infermiere del triage comunicando un peggioramento del mio stato di salute alche infastidito mi risponde di attendere e rispettare la fila. Con la forza della disperazione chiamo i carabinieri per denunciare i fatti e di pazienti che sono in attesa di oltre dieci ore per avere esiti e quant’altro sperando in un loro intervento, ma sbigottito incredibilmente il genio carabiniere mi risponde di stare tranquillo e che Lei si trova al posto più sicuro e non c’è bisogno di allertare una pattuglia.

Ho inveito contro il carabiniere di riservarmi a denuncia nei suoi confronti e contro la struttura sanitaria qualora superi questa maledetta notte. Miracolosamente sono chiamato e visitato dal medico del P.S. (sono le tre di notte) che attiva il protocollo per gli accertamenti utili a diagnosticare un infarto del miocardio in atto.

Ore 5:00 del mattino esito analisi infarto in atto e trasferimento urgente sala intensiva UTIC cardiologia e sala operatoria. Ringrazio personalmente tutto lo staff dell’UTIC e del reparto cardiologia per la loro professionalità, gentilezza e umanità e dedizione al loro lavoro. Un grazie di CUORE al Dott. Guido D’Agosta e allo staff della sala operatoria”.

Sergio Lavore

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