Progetto Tasta e Vivi a Vittoria

Tornano le conviviali “vino e cibo” in programma in un raffinato palazzo di inizi ‘900, il format ideato da Maria Antonella Arangio Mazza, divenuti punto di riferimento per gli appassionati del vino.

Qui, nel palazzo di via Castelfidardo, 87, nel “Salone Cerasuolo”, si è svolto l’ultimo appuntamento delle “conviviali” con il sottotitolo “Tasta e vivi”. Oggi il palazzo, oltre all’appartamento di proprietà, ospita anche le stanze di un incantevole B&B, in un’atmosfera silenziosa e di totale privacy che riescono a restituire agli ospiti la calda dimensione di un’accoglienza familiare. Casa che appartenne ad Antonietta Giudice, una donna di cultura e forza d’animo, che studiò alla Farnesina di Roma divenendo insegnante di educazione fisica, in un’epoca in cui tali professioni appartenevano soprattutto al mondo maschile.

«Questi appuntamenti – spiega Maria Antonella Arangio Mazza – ritornano in un periodo in cui Vittoria, la mia città, sta attraversando un periodo non felice. Vittoria è la culla dell’unica DOCG siciliana, il Cerasuolo, la terra che dà non solo ottimi vini, ma tanti altri prodotti. È una terra generosa.

In quest’area stanno sorgendo molte piccole aziende, che coltivano e vendono i prodotti direttamente al consumatore. Questo fa ben sperare in una rinascita positiva e produttiva di questo distretto. In tutto questo si inseriscono le mie iniziative, per amore di un territorio che voglio sia valorizzato da tutti, cittadini, istituzioni e media. Abbiamo bisogno del supporto di tutti, non sarà facile uscire da questo impasse. Il luogo che ho scelto non è molto grande, ma non amo le grandi folle, soprattutto se voglio condividere con gli altri l’amore per il buon cibo e il buon vino. Quindi ho preferito il Salone di casa mia, in parte adibita a B&B. Questa zona di casa mia evoca molti ricordi, mia madre apriva e preparava questa camera quando venivano a pranzo degli ospiti, che si voleva accogliere nella parte più bella della casa. Ma è anche la casa dei miei nonni materni, fu costruita dai bisnonni nei primi del ‘900 in stile Liberty. Oggi, memore di questi bei ricordi, voglio riaprirlo per accogliere amici, conoscenti e comunque persone che amano la convivialità».

La serata ha offerto cibo raffinato: cacio pecorino sardo, pecorino di Pienza, Blu Stilton (formaggio inglese), parmigiano reggiano, poi “lacerto aggrassato” e “quenelle di piselli”, preparati da Silvana Mangione. Silvana Gagliano dell’azienda Mediflor, ha curato l’addobbo floreale.

Il re della serata era il vino. «Ci ha accompagnato il Frappato – spiega Maria Antonella Arangio Mazza – che ho voluto porre a confronto con altre varietà con cui ha delle similitudini: Sangiovese, Pinot nero, Pelaverga. Ho proposto il Sangiovese del Chianti, il Pinot nero della Francia – Borgogna ed il Pelaverga, prodotto in Piemonte con la denominazione “Verduno basadone”. Abbiamo sottolineato la diversità, mettendo a confronto le diverse aree di produzione, non per competizione, ma per sottolineare le differenze, per comprendere quanto importanti siano le peculiarità e la vocazione di ogni territorio a produrre eccellenze. Per questo ho dato il nome di “Cerasuolo” al salone: perché è un’eccellenza di questo territorio. E le camere del B&B non potevo non chiamarle  con il nome del suo blend, Frappato e Nero d’Avola».

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