PROGETTO “LIBERO ACCESSO”

Il progetto “Libero Accesso”, per cui Anffas Modica si è fortemente battuta nei mesi scorsi, prevedeva corsie di accesso facilitate per le persone non collaboranti che necessitano di accedere ai servizi sanitari e/o ospedalieri.

Inoltre, volendone richiamare solo alcuni punti, il progetto prevedeva: la possibilità per la persona di essere seguita da un familiare durante tutto il percorso assistenziale (facilitando il lavoro degli stessi operatori chiamati ad intervenire), l’impegno a far sì che tutte le postazioni di elisoccorso del territorio regionale siciliano siano abilitate al volo notturno, la destinazione di almeno una stanza in ogni presidio ospedaliero per il ricovero di pazienti con disabilità grave e gravissima, l’attivazione, infine, di una Unità Operativa di Rianimazione e Terapia Intensiva Pediatrica.

 

Come troppo spesso accade, una volta presentato all’ASP7, il progetto è caduto letteralmente nel dimenticatoio, insieme all’impegno degli operatori che vi si sono dedicati e alle speranze delle famiglie delle persone con disabilità.

In realtà, però, i nostri sforzi per mantenere viva l’attenzione sul “Libero Accesso” non sono stati del tutto vani tant’è che qualcuno, in effetti, ci ha notato, anche se geograficamente ben più in là di quanto non fosse nostra intenzione.

 

A Roma, infatti, i responsabili dei servizi sanitari hanno accolto le istanze della Consulta handicap (cui, su loro richiesta, avevamo inviato il progetto) e stanno già provvedendo alla formazione del personale sanitario.

Il fatto che il “Libero Accesso” stia concretamente contribuendo a migliorare l’accesso ai servizi sanitari per le persone con disabilità ci riempie naturalmente di orgoglio, ma ci porta inevitabilmente ad una triste considerazione: se la professionalità e le buone idee di cui la Sicilia è tanto ricca venissero finalmente riconosciute e valorizzate come tali piuttosto che ignorate, forse il nostro territorio smetterebbe di essere, come sempre, “fanalino di coda” dell’Italia e, forse, nascere in Sicilia non significherebbe dover essere “disabili due volte”.

 

 

 

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