PRODOTTI ORTICOLI: TRASFORMAZIONE COME NUOVA OPPORTUNITÀ

Trasformare i prodotti agricoli: questa pare essere la nuova sfida che gli addetti ai lavori hanno intrapreso. Per quanto riguarda i prodotti ortofrutticoli, questi, vengono impiegati soprattutto per il mercato del fresco, mercato che, per esigenze estetiche richiede forme e calibri caratteristici. Infatti, oltre agli eccessi di produzione, numerosi sono i prodotti scartati che spesso restano inutilizzati perché con forme irregolari, bizzarre o perché fuori calibro. Tali scarti risultano, tuttavia, conservare le caratteristiche  organolettiche,  nutrizionali  e  igieniche,  quindi  si  prestano perfettamente  alle trasformazioni che prevedono variazioni dimensionali: es. tritatura, taglio. I prodotti serricoli  coltivati  in  strutture  e  con  metodi  sempre  più  all’avanguardia,  eliminano  i  problemi  di approvvigionamento legati alla stagionalità del pieno campo e garantiscono una costante presenza di materia prima durante l’anno. Altro vantaggio ottenuto dalle trasformazioni è quello di aumentare il potere contrattuale, messo a repentaglio dall’ingresso competitivo nel settore di nuovi produttori (Cina, paesi del Maghreb, ecc.) e limitato dalla brevissima vita commerciale del fresco, che viene prolungata notevolmente grazie alle tecnologie di stabilizzazione, tecnicamente più attuabili per i prodotti di trasformazione che non per il fresco. Un punto di partenza fondamentale per avviare tali iniziative di trasformazione è rappresentato dalla capacità di associazionismo tra le parti logisticamente in causa, fattore questo, che in passato non è stato di certo un punto di forza, ma che oggi pare rientrare nel nostro ordine di idee. A tal proposito si ricordano gli sforzi di una persistente campagna di valorizzazione, ancora in atto nella nostra regione, che ha visto nascere vari consorzi di tutela di prodotti che hanno caratterizzato storicamente le tavole siciliane (del Ragusano, Pecorino Siciliano, Olio Extra Vergine d’Oliva dei Monti Iblei, ecc.) e consorzi tra produttori nel settore ortofrutticolo, legati anche da rapporti di partnariato con enti pubblici e di ricerca che finalizzano la loro attività all’innovazione di prodotti e sistemi di produzione, commercializzazione e trasformazione (IV e V gamma). Interessante è infatti il grosso rilancio economico offerto dai “prodotti di nicchia” che, prendendo spunto dall’enorme bagaglio storico – culturale, ha reso famose le nostre arti culinarie sempre più apprezzate e gradite dal mercato nazionale ed estero. In tal senso sono diverse le aziende che stanno sorgendo in tutto il territorio regionale e che incominciano ad avere volumi di affari di tutto rispetto. Ma sono ancora enormi gli sforzi che devono affrontarsi per ottimizzare tale settore. La maggior parte di tali aziende è rappresentata da PMI che producono con l’intento di ottenere prodotti di nicchia, anche se la politica produttiva e di mercato appartiene più a quella del largo consumo che, ovviamente, condiziona in maniera negativa la qualità del prodotto finito. Ciò in contraddizione con la spiccata attitudine della PMI tendente ad affermarsi nella qualità e non nella quantità. Sono varie le iniziative, oltre quelle già menzionate, legate all’attivazione di mercati alternativi, per esempio l’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia sta portando avanti un progetto di internazionalizzazione e, sfruttando eventi fieristici, ha invitato vari buyer europei e americani per presentare i prodotti tipici Siciliani (conserve orticole, marmellate, vini, ecc.). Il risultato, in termini di interesse, ha avuto ottimi seguiti anche se le nostre imprese non hanno colto a pieno il significato di tali figure commerciali. Da tale fatto emerge l’esigenza di una maggiore formazione rivolta agli imprenditori, ma ormai il meccanismo sembra ben avviato: bisogna solo insistere. (Paolo Pellegrino)

 

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