PRIMAVERA A TAVOLA: FRUTTA E VERDURA DI STAGIONE? SI, MA SENZA PESTICIDI AL SEGUITO

Siamo ad aprile e, nonostante la primavera stenti ad arrivare, si iniziano a vedere le primizie di stagione: fragole, spinaci freschi, peperoni, melanzane (che in realtà sono sempre presenti, quando invece andrebbero consumate solo da aprile a ottobre), asparagi, agretti, kiwi. È questo il periodo per trarre il maggior beneficio dal consumo di questi prodotti, sempre con le dovute accortezze su freschezza e provenienza.

I prodotti “a km zero”, infatti, sarebbero sempre da preferire, anche qualora non si tratti di un alimento “biologico” certificato, perché si presuppone che vengano coltivati, raccolti e quindi venduti nel territorio di origine, senza essere conservati per mesi (se vi capita di aprire una bellissima mela o pera e trovarla nera, significa che quel frutto è stato congelato e scongelato) o sottoposti a trattamenti volti a prolungarne la shelf-life. Via libera, quindi, a frutta e verdura acquistate al mercato, o anche al supermercato, ma controllando la provenienza (perché acquistare un prodotto proveniente dall’Emilia o dal Lazio quando ne abbiamo di ottimi “made in Sicily”?) e, ovviamente, la stagionalità.

Discorso a sé riguarda i pesticidi: un recente servizio andato in onda a “Le Iene” sul contenuto di pesticidi in frutta e verdura del mercato ortofrutticolo ha scatenato non poche polemiche. Nel servizio è stata messa in risalto la differenza tra un prodotto di stagione e uno non di stagione: i primi maturano all’aria aperta ricevendo la luce diretta del sole e conservando le proprietà nutritive e antiossidanti; i prodotti coltivati in serra fuori stagione, invece, per crescere bene sono arricchiti di pesticidi. Nella metà della merce sottoposta a analisi di laboratorio (avocado, banane, uva, pompelmo, fagiolini, ananas), è stata riscontrata la presenza di pesticidi fuori norma, in particolare nei prodotti provenienti dall’estero. C’è da dire, però, che questi dati non hanno una forte validità statistica, seppur abbiano destato un certo allarmismo sulla possibilità che in Italia arrivino pesticidi vietati dalla legge attraverso i prodotti ortofrutticoli. Il sospetto è che si sia creato un circolo vizioso: appena la Comunità europea ha vietato l’utilizzo di determinati pesticidi, le industrie hanno iniziato a venderli nei Paesi in cui ne è consentito l’uso; importando, quindi, determinati prodotti ortofrutticoli in Italia, le sostanze vietate arrivano ugualmente sulle nostre tavole.

D’altro canto, i dati del servizio de “Le Iene” cozzano con quanto pubblicato in una relazione dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) nel 2013, che scongiurava gli allarmismi suscitati dai media, affermando che la presenza dei residui di pesticidi riscontrata nei prodotti analizzati non poneva rischi per la salute. L’Efsa ha infatti riscontrato che il 97% di 81.000 campioni di alimenti provenienti da 27 Stati membri dell’Ue, più Islanda e Norvegia, conteneva livelli di residui di pesticidi entro i limiti di legge. La maggiore prevalenza di residui eccedenti i livelli consentiti è stata riscontata nei prodotti importati da Paesi extra Ue, soprattutto in fragole, lattuga, avena, pesche e mele.

In pratica, se non consumiamo esclusivamente mango, papaya e altri frutti esotici, e ci assicuriamo della provenienza di frutta e verdura, non corriamo alcun rischio! Conoscere e rispettare la stagionalità è senza dubbio importante: ormai si dovrebbe sapere che la stagione delle arance è l’inverno e quella delle melanzane l’estate, ma per molti altri prodotti si fa ancora confusione. Facendo un passo indietro, cerchiamo di capire le differenze tra coltivazione in serra e non. Alcuni tipi di verdura si coltivano in serre non riscaldate, non solo per anticipare la raccolta di qualche settimana (grazie alla maggiore temperatura), ma anche per difendere il prodotto da pioggia, grandine, animali, evitare che si sporchi troppo e facilitarne la raccolta. In questi casi, è possibile evitare l’uso di pesticidi, e la forzatura è molto limitata. Poi ci sono le serre riscaldate, nelle quali si può coltivare tutto l’anno, con lo scopo di produrre verdura “fuori stagione”. Coltivare la frutta in serra, invece, è più complicato, date le dimensioni degli alberi da frutto che non rendono conveniente la messa in serra: non a caso solo fragole e frutti di bosco si trovano tutto l’anno, mentre gli altri frutti si trovano solo in stagione, altrimenti significa che sono stati congelati, o che provengono dall’emisfero australe!

Purtroppo, sull’etichetta non è obbligatorio indicare il metodo di coltivazione, quindi bisogna basarsi su altri criteri per valutare come è stato coltivato un prodotto, ma non è comunque possibile distinguere tra pieno campo e serra (a meno che non si acquisti direttamente dal produttore). In merito a frutta e verdura di stagione, inoltre, se non ci riferiamo a una specifica area geografica, il discorso non ha senso! Nel nord Italia i pomodori iniziano a maturare a fine luglio, in Sicilia almeno un mese e mezzo prima. Tutto dipende dalla nostra scelta: orientandola verso prodotti italiani, restringiamo molto il periodo di reperibilità di tanti prodotti, e ancor di più se scegliamo la nostra regione, in cui la stagionalità dei prodotti si riduce a poco più di un mese.

Vediamo quindi quali sono i cibi da aggiungere alla lista della spesa nei mesi di aprile-maggio. Tra la verdura, non possono mancare gli asparagi, meglio ancora se di campo! L’asparago è un ortaggio ricco di calcio, magnesio, fosforo, potassio, vitamina A, B6, C e fibre. Le prime fave di stagione, invece, sono ricchissime di ferro, ottime per chi soffre di anemia (non per chi è affetto da favismo!). Sempre in questo periodo, si possono consumare senza paura rucola, spinaci, broccoli, lattuga, radicchio, finocchi, carciofi, piselli, carote, cavolfiori, rape, ravanelli, porri e cicoria. Per quanto riguarda la frutta, oltre alle ultime arance e mandarance, fate scorta di kiwi, fragole e cedri.

Un occhio di riguardo in più per le fragole: diuretiche, depurative, ricche di antiossidanti, calcio, ferro, magnesio, vitamina C, sono note anche per le proprietà ipoglicemizzanti e anti-ipertensione; ancora, la ricchezza di vitamina C è utile per aumentare l’assorbimento del ferro e stimolare la produzione di collagene nella pelle. Ma attenzione, se sono bellissime, grandissime e insapori, non otterrete alcun beneficio dal consumarle, anzi! Aspettate, quindi, qualche altro giorno, finché – si spera – compariranno quelle più profumate, dolci e succose. All’acquisto, devono essere compatte, turgide, rosso vivo e brillanti; anche se un po’ “ammaccate”, sarà segno di naturalezza. In alternativa, provate a coltivarle nei vasi in balcone, è più facile di quanto si pensi, e queste piantine sono molto fruttifere! Le fragole devono comunque essere lavate accuratamente prima del consumo (senza togliere il picciolo), poiché crescono a contatto con il terreno e dunque possono trattenere microrganismi, antiparassitari o residui di altre sostanze nocive. Sarebbe meglio evitare quelle provenienti da Paesi stranieri e/o in stagioni diverse dalla primavera, perché subiscono lunghi viaggi o vengono congelate per mantenerne “la freschezza”, perdendo così gran parte dei nutrienti.

Non solo le fragole, ma anche i carciofi, sono ortaggi che trattengono la maggior quantità di residui chimici, se coltivati in modo convenzionale. In questi casi, quindi, meglio optare per prodotti “del contadino”, dalla provenienza certa, oppure scegliere il prodotto biologico. Altre verdure tipiche di questa stagione sono gli agretti – diuretici, depurativi e anch’essi ricchi di vitamina C, B3, calcio, potassio e caroteni – e i  finocchi – noti per gli effetti digestivi e sedativi a livello intestinale; e ancora: porri, sedano rapa e spinaci. Questi ultimi sono ricchi di ferro, ma per assorbirlo è sempre bene associare la vitamina C (limone e fragole) nello stesso pasto.

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