PRESENTATI IERI A MODICA I RISULTATI DEL PROGETTO “ITINERARI D’INCONTRO” DEDICATO AI MIGRANTI IN DIFFICOLTA

MODICA (RG) – Un’integrazione sociale e culturale che passa attraverso la formazione professionale, l’approfondimento delle proprie conoscenze, l’esaltazione delle specifiche competenze personali. Ha mirato a questo il progetto “Itinerari d’incontro. Azioni per l’inclusione socio-lavorativa degli immigrati” che, dallo scorso anno ad oggi, si è articolato a Modica, Catania e Palermo coinvolgendo complessivamente 60 immigrati, il 70% di sesso femminile, per creare un vero e proprio percorso di accompagnamento per l’integrazione socio lavorativa migliorando le varie condizioni di disagio e difficoltà. Una rete nata tra la Scuola per Assistenti Sociali “F. Stagno D’Alcontres” di Modica, l’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe” di Palermo e i Centri “Astalli” di Palermo e Catania ha permesso di attivare azioni di apprendimento della lingua italiana, formazione specifica in ambito socio-assistenziale, orientamento/accompagnamento personalizzato e work experience presso istituti e famiglie del territorio. Grazie al finanziamento da parte dell’Unione Europea, del Ministero del Lavoro e della Regione Sicilia è stato possibile offrire delle nuove ed importanti opportunità ai migranti. Ieri pomeriggio alla scuola “F. Stagno D’Alcontres” di Modica si è svolto il primo dei tre seminari conclusivi servito ad illustrare i dati territoriali riferiti al gruppo di 20 immigrati che è stato seguito nella città della Contea. Per molti di loro è stato possibile avvicinarsi concretamente a nuove opportunità grazie alla consulenza fornita dall’info-point che è stato attivato in ambito locale nelle tre realtà coinvolte. Dopo i saluti istituzionali del prefetto vicario dott.ssa Maria Rita Cocciufa, ad illustrare le varie fasi del progetto è stato il direttore della scuola, dott. Gian Piero Saladino. “Il lavoro come strumento di integrazione dei migranti nel territorio – ha ribadito in apertura Saladino – Verso questo obiettivo si è sviluppato il progetto attraverso quattro fasi e una rete che si è creata in ambito regionale. Si è partiti dall’analisi strutturale del territorio, con riferimento a Modica, Palermo e Catania, ipotizzando possibili percorsi di formazione che potenziassero le competenze spendibili all’interno del mercato del lavoro. Dopo la fase di selezione si è passati quindi alla fase più operativa con la formazione in aula rispetto alla competenza linguistica, legislativa e alle abilità personali relative all’assistenza sociale. Infine la work experience con i migranti ormai formati che hanno operato all’interno di strutture di accoglienza di anziani e minori in modo da poter apprendere ulteriori conoscenze direttamente sul campo e sperimentare le varie competenze acquisite. Il momento conclusivo del progetto ha previsto l’attivazione dell’info-point, ovvero di uno sportello di orientamento che resterà attivo e disponibile non solo per i partecipanti al progetto, al fine di continuare ad esplorare le opportunità offerte dal mercato del lavoro cercando il giusto inserimento lavorativo. Crediamo, e questo progetto ce l’ha già dimostrato, che un’integrazione sociale equilibrata passi da percorsi di questo tipo”. Tra i relatori è intervenuto il prof. Francesco Zanotelli, docente di Antropologia dell’Università degli Studi di Messina, corso di Laurea di Scienze del Servizio Sociale di Modica. Si è soffermato sul welfare sociale da ripensare anche rispetto alle ormai numerose presenze internazionali. “Si tratta di presenze che sono fondamentali e indispensabili rispetto al nostro welfare italiano – ha spiegato Zanotelli – Penso ad esempio all’importante ruolo delle badanti o dei collaboratori domestici o ancora degli assistenti dei minori. Lavori in gran parte ricoperti da immigrati secondo un dato che diventa importante in fase di riorganizzazione interna del welfare del nostro Paese. In ambito nazionale se ne sono ampiamente accorti e non a caso nelle leggi restrittive riguardanti l’immigrazione hanno cercato di offrire condizioni migliori per questi immigrati lavoratori. Probabilmente occorre adesso una maggiore presa di coscienza in ambito locale con spazi e iniziative che dovrebbero coinvolgere in modo diretto i Comuni immaginando un confronto tra i soggetti che lavorano nelle case, le donne migranti che operano in famiglia, gli operatori sociali”. A completare il quadro degli interventi sono stati la dott.ssa Matilde Sessa che ha parlato della necessità di superare le barriere culturali, e il dott. Fabio Conti che ha invece parlato dei punti di forza e di debolezza della fase relativa alla work experience. In tale direzione si sono rivelate particolarmente interessanti le due testimonianze rese da Kadigia Hamana e Mohamed Kostali, entrambi migranti originari del Marocco che ormai da tempo abitano a Modica. Hanno confermato il valido sostegno offerto dal progetto che ha permesso di migliorare le proprie competenze per potersele così giocare in ambito lavorativo anche grazie all’aiuto fornito dall’info-point. I due migranti hanno esaltato il rapporto di proficua collaborazione che si è venuto ad instaurare con gli altri partecipanti al progetto e con i tutor e i docenti. Durante il dibattito che si è creato dopo gli interventi programmati, sono intervenuti anche l’assessore comunale Lina Basilico di Scicli, il prof. Luciano Nicastro, sociologo e filosofo ragusano, già docente di Sociologia delle Migrazioni presso la Lumsa di Roma – sede di Caltanissetta e l’avvocato Emanuele Tringali, docente di diritto amministrativo e diritto pubblico presso la scuola “F. Stagno D’Alcontres”. Gli altri risultati del progetto, riferiti a Catania e Palermo, saranno illustrati nei prossimi giorni con appositi seminari presso le altre realtà coinvolte.

 

 

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