PRECISAZIONI DELLA DITTA ABBATE

Ci sembra doveroso qualche chiarimento in merito all’articolo di Concetta Bonini apparso su “La Sicilia” il 27/05/15 riguardante il noleggio abusivo di pullman in provincia di Ragusa e Siracusa che ha suscitato tanto clamore e che ha fatto passare come nostre alcune idee dalle quali viceversa ci distanziamo.

Trasmettiamo qui di seguito il testo integrale che abbiamo inviato al giornale “La Sicilia” e che è stato pubblicato in forma parziale:

 

Pensate di partecipare un giorno a un tavolo da gioco in cui, al pari di altri, inventate strategie sempre nuove per vincere. Pensate pure di aver perso tutto solo perché un giocatore disonesto ha tirato fuori un asso nascosto nella manica. Alla fine sarete costretti ad abbandonare il gioco.

Ebbene, le aziende regolarmente autorizzate dalla Regione Sicilia all’esercizio della professione di Noleggio Pullman con Conducente e per questo iscritte al Registro Regionale della stessa, non sono più disposte a sedere allo stesso tavolo con colleghi “furbetti”, anch’essi siciliani, che con artifizi e sotterfugi ottengono delle autorizzazioni fuori dai confini siciliani grazie alle quali lavorano in modo continuato ed esclusivo fianco a fianco alle prime, ma con regolamenti attuativi diversi perché emanati da altre Regioni. L’applicazione di regolamenti diversi per aziende che operano nello stesso settore e nello stesso territorio è sorgente di ingiustizie che si traducono in concorrenza sleale tra le stesse.

Le aziende che scelgono di inoltrare istanza al fine di ottenere l’Autorizzazione a Regioni extra-siciliane lo fanno essenzialmente per bypassare la Legge Regionale Siciliana che con il D.A. n. 152/GAB del 2004 all’art. 3 lett. g stabilisce fra l’altro che “potranno essere immatricolati ad uso noleggio soltanto gli autobus che corrispondono ai requisiti ambientali massimi vigenti al momento della presentazione della istanza” (praticamente in Sicilia chi vuole iniziare a lavorare o ampliare il parco macchine deve necessariamente acquistare pullman nuovi il cui acquisto comporta un notevole onere economico). La scaltrezza di tali aziende sta nello stabilire una sede legale in Sicilia e dichiarare una sede operativa in altre Regioni al solo scopo di ottenere da quest’ultime le necessarie autorizzazioni, dato che gli organi competenti al rilascio delle autorizzazioni possono essere solo la Regione o il Comune dove la ditta ha la sede legale o la sede della principale organizzazione aziendale. In realtà tali aziende una volta ottenute le autorizzazioni anziché stabilirsi nella sede operativa dichiarata agli enti che hanno rilasciato l’autorizzazione operano in modo continuato ed esclusivo in Sicilia, per cui tali dichiarazioni risultano essere alla fine mendaci e non rispondenti al vero, si tratta infatti di sedi fittizie dichiarate nei certificati camerali ma che non hanno alcun riscontro operativo. Chiaramente si configura in questo caso il reato di esercizio illegale ed abusivo dell’attività perché il requisito dello stabilimento risulta già viziato alla fonte da dichiarazioni mendaci.

A Tali aziende a cui “piace vincere facile” pescando nel torbido e percorrendo illecite scorciatoie vogliamo ricordare che tale “modus operandi” appartiene ormai al passato. L’Assessorato ai Trasporti Siciliano nell’ultimo decennio è riuscito lodevolmente a pianificare e mettere in atto regole chiare che hanno portato a un riordino sistematico nel settore del noleggio pullman bandendo ogni forma di abusivismo e imponendo alle aziende uno standard d’efficienza elevato a totale vantaggio della clientela.

In particolare nei territori del Ragusano e del Siracusano assistiamo oggi a un proliferare di aziende nuove di noleggio pullman autorizzate all’esercizio da altre Regioni non siciliane, alle quali si contrappone una tendenza assolutamente negativa riguardante la nascita di nuove aziende con autorizzazioni rilasciate dalla Regione Sicilia. Constatiamo anche come le prime riescano a incrementare celermente il proprio parco macchine, mentre le seconde a fatica riescono a stare sul mercato e rischiano ogni giorno la chiusura dell’attività. In questo caso la differenza e la distanza dei risultati finali ottenuti è dovuta non tanto o non solo alla capacità degli operatori, ma principalmente alla diversità dei regolamenti applicati che sono stati emanati da Regioni diverse a totale vantaggio degli operatori con autorizzazioni extra-siciliane soggetti a controlli meno rigidi, a burocrazia più agevolata, a oneri economici molto meno gravosi.

Tali aziende “furbette” continuano ad operare tranquillamente in Sicilia tra l’indifferenza delle Istituzioni e la mancanza di controlli seri da parte delle forze dell’ordine, se è vero che recentemente una di queste aziende ha partecipato e vinto una gara di appalto triennale  di importo pari a € 1.230.000,00 indetta dal Comune di Modica e la stessa azienda ha vinto un’altra gara di durata triennale indetta dal Comune di Rosolini.

Se poniamo la situazione presente in prospettiva futura comprenderemo a pieno la gravità della situazione. Infatti per una sorta di effetto “domino” sempre più aziende seguiranno la scia tracciata dai colleghi “furbetti”, visto che ottenere autorizzazioni con false dichiarazioni riguardanti la sede operativa sarà considerata una prassi usuale e sicuramente più conveniente. Fra qualche anno in Sicilia l’abusivismo “selvaggio” di un decennio fà sarà semplicemente sostituito da un abusivismo “legalizzato”.

Cari colleghi “furbetti” la legalità non è una bella parola da mettere in mostra o un concetto astratto da incardinare in frasi ad effetto costruite allo scopo di difendere i propri interessi, non è un vestito che puoi mettere o togliere quando vuoi.

La legalità è un valore talmente fondamentale e concreto che la società umana si da un impianto normativo teso a delinearne i contorni e per il quale personalità eccellenti hanno sacrificato la loro vita. E’ nostro dovere morale acquisire una coscienza legale che innanzitutto faccia muovere le nostre attività lavorative dentro tale alveo, ma ancor più orienti il nostro operato a una onestà professionale rispettosa dell’altro anteponendo ai nostri interessi il rispetto e la dignità dell’uomo. 

Le Istituzioni ci dicano chiaramente se tale prassi, che noi riteniamo irregolare, è una strada percorribile e non sanzionabile, perché se così fosse “Conviene vivere nella illegalità”.

 

Nel nostro articolo abbiamo inteso sostanzialmente affermare due cose essenziali:

1.        L’applicazione di regolamenti diversi per aziende che operano nello stesso settore e nello stesso territorio è sorgente di ingiustizie che si traducono in concorrenza sleale

Nello spirito della liberalizzazione del mercato economico europeo ci sembra corretta l’idea di creare un impianto normativo di riferimento comunitario (mi riferisco alla legge quadro n. 218 del 11/08/03 emanata dal Parlamento Italiano e al regolamento n. 1071 del 21/10/09 emanato dal Parlamento Europeo) sulla scorta del quale aziende provenienti da diverse aree geografiche possono compartecipare agli stessi appalti pubblici e lavorare sullo stesso territorio. Viceversa critichiamo e non accettiamo l’attuale situazione che permette ad aziende che lavorano nello stesso territorio e nello stesso settore di far riferimento a regolamenti regionali attuativi diversi. Si comprende come la problematica posta esula dai confini comunali, provinciali o regionali per acquisire un respiro nazionale, per cui auspichiamo un Tavolo di lavoro in cui il Ministero dei trasporti insieme alle associazioni di categoria traccino delle linee guida comuni a cui le Regioni facciano riferimento per la rielaborazione dei decreti attuativi.

2.       tali aziende (come ad esempio la “Darrigo Viaggi” di Rosolini e la “Barone Tour” di Modica) una volta ottenute le autorizzazioni anziché stabilirsi nella sede operativa dichiarata agli enti che hanno rilasciato l’autorizzazione operano in modo continuato ed esclusivo in Sicilia, per cui tali dichiarazioni (riguardanti la sede operativa ed effettiva)  risultano essere alla fine mendaci e non rispondenti al vero, si tratta infatti di sedi fittizie dichiarate nei certificati camerali ma che non hanno alcun riscontro operativo. Chiaramente si configura in questo caso il reato di esercizio illegale ed abusivo dell’attività perché il requisito dello stabilimento risulta già viziato alla fonte da dichiarazioni mendaci.

Dalla lettura dell’articolo risulta evidente che  l’intenzionalità del nostro intervento era tutta rivolata a denunciare un “modus operandi” per noi scorretto ed illegale di nostri colleghi che ottengono e mantengono autorizzazioni extra siciliane sulla scorta di dichiarazioni mendaci.

 

Tali aziende “furbette” continuano ad operare tranquillamente in Sicilia tra l’indifferenza delle Istituzioni e la mancanza di controlli seri da parte delle forze dell’ordine, se è vero che recentemente una di queste aziende ha partecipato e vinto una gara di appalto triennale  di importo pari a € 1.230.000,00 indetta dal Comune di Modica e la stessa azienda ha vinto un’altra gara di durata triennale indetta dal Comune di Rosolini.

Nel corpo dell’articolo il riferimento ai Comuni di Modica e Rosolini è stato da noi fatto una sola volta e in un contesto riguardante le “Aziende furbette” che riescono con autorizzazioni extra siciliane a vincere appalti di una certa consistenza in Sicilia.

Chiariamo quindi che il nostro intervento non era rivolto al Comune di Modica, al quale peraltro non compete neppure rilasciare le autorizzazioni per il noleggio pullman, ma a quelle istituzioni Regionali o Comunali che rilasciando autorizzazioni extra siciliane non mettendo in atto i dovuti controlli riguardanti il mantenimento dei requisiti necessari all’esercizio dell’attività di noleggio pullman.

Auspichiamo comunque che il Comune di Modica in vista del nuovo anno scolastico proceda in via cautelativa a una verifica sulla regolarità operativa dell’azienda D’Arrigo Viaggi che non si limiti ai soli controlli dei documenti cartacei, così come già da noi peraltro esplicitamente richiesto al Dirigente del VII Settore del Comune di Modica con nota prot. N. 31153 dell’08/07/14.

 

Abbate Luigi

Modica

 

 

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