PRECARIATO NELL’AREA IBLEA DOPO LA SENTENZA AL CONSORZIO DI BONIFICA

“La battaglia contro il precariato va combattuta con i fatti. Non a parole”. Lo dice Giovanni Cosentini, vicesindaco di Ragusa ed esponente di vertice del Pid ibleo, stigmatizzando gli annunci della Regione su una problematica che, oggi più che mai, ha bisogno di essere definita. Una volta per tutte. “Mentre non possiamo che gioire per la stabilizzazione a tempo indeterminato dei 39 lavoratori del consorzio di bonifica provinciale n.8 dopo la sentenza del giudice del Tribunale del Lavoro che ha sancito un legittimo principio – chiarisce Cosentini – non dobbiamo dimenticare che, sempre all’interno dello stesso ente consortile, altri diciassette lavoratori si trovano nelle stesse condizioni, essendosi determinata la necessità di adire le vie legali per proseguire in un percorso il cui esito, alla luce della suddetta sentenza, sembra ormai scontato. La preoccupazione resta, inoltre, per altri ventiquattro lavoratori che, assunti negli anni scorsi a tempo determinato in seno allo stesso Consorzio, rimarranno senza occupazione per il futuro.

Sono i dipendenti il cui futuro occupazionale avrebbe dovuto essere salvaguardato dalla legge regionale numero 14 del 28 giugno scorso e, invece, non è stato così. Assieme a questi, quindi 17 e 24 unità, altri 6 lavoratori sono ancora in attesa di una definizione certa per il loro futuro in seno all’ente consortile. Ma direi che il problema del precariato continua a riguardare, nel nostro territorio provinciale, anche altri enti come il Consorzio universitario di Ragusa e l’Ato ambiente. Possibile che la nostra deputazione regionale non sia ancora riuscita ad indicare una strada per venire a capo dell’intricata faccenda? Ma che cosa fanno? Possibile che non sia stata trovata una soluzione che faccia dormire sonni tranquilli a questi padri di famiglia che, giocoforza, non possono programmare alcunché per il futuro? E’ arrivato il momento di fare sentire una voce di protesta a chi continua ad accampare scusanti che, ormai, non possono più reggere. La Regione annuncia piani straordinari per sanare il precariato e non si occupa di verificare come poter risolvere la situazione di quelli che, a ragione, si possono definire precari storici. Si subiscono soltanto sregolatezze. Mai a nessuno che venga, per così dire, un colpo di genio, tentando di determinare la fuoriuscita da un simile stato di incertezze”. (c.c.)

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