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Pozzi non controllati ma sfruttati per la carenza idrica in Sicilia: il Codacons chiede maggiori controlli
24 Giu 2024 12:00
Il Codacons, con il Vice Presidente Regionale avvocato Bruno Messina, ha lanciato un allarme riguardo alla provenienza dell’acqua distribuita tramite autobotti in Sicilia, soprattutto nell’agrigentino, dove la crisi idrica è particolarmente grave. Secondo Messina, organizzazioni note come le “bande del buco” stanno sfruttando pozzi privati non controllati per prelevare acqua potenzialmente contaminata e venderla a ristoratori, albergatori e cittadini per uso alimentare e domestico, nonostante la sua qualità spesso inadeguata.
L’acqua estratta dal sottosuolo
L’acqua estratta dal sottosuolo può variare in qualità a seconda della falda acquifera da cui proviene e deve essere verificata per la presenza di sostanze potenzialmente dannose. Per questo motivo, le autobotti legali che trasportano acqua potabile devono ottenere la SCIA sanitaria e rifornirsi esclusivamente presso fonti comunali sottoposte a controlli.
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevede una serie di norme a tutela dell’ambiente e dell’acqua. Il Codacons ha quindi diffidato l’ARPA Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) chiedendo controlli più rigorosi per censire i pozzi privati abusivi con acqua non idonea al consumo umano. Inoltre, ha sollecitato le Prefetture a coinvolgere le Forze dell’Ordine per verificare le autorizzazioni delle imprese che vendono acqua potabile e che utilizzano autobotti e autocisterne, al fine di proteggere la salute dei siciliani dalla minaccia rappresentata da imprenditori senza scrupoli che approfittano della crisi idrica.
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