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Agrigento Capitale della Cultura 2025: il grande avvio con Mattarella e le istituzioni
18 Gen 2025 14:21
Agrigento, la città della Valle dei Templi, ha ufficialmente inaugurato oggi il suo anno da Capitale Italiana della Cultura 2025, in una cerimonia solenne al Teatro Luigi Pirandello, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Accanto a lui, molte altre personalità di rilievo, tra cui il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e altre autorità locali e nazionali, hanno sottolineato l’importanza di questo riconoscimento per la città e l’intera Sicilia.
Mattarella: “Le periferie motori di cultura e progettualità”
Nel suo intervento, il Presidente Mattarella ha posto l’accento sulla pluralità e sulla ricchezza culturale dell’Italia:
“La bellezza molteplice del nostro Paese risiede nelle sue diversità e nelle sue cento capitali, che per secoli hanno espresso comunità vive e ricche di storia. Agrigento non è solo uno spettacolare palcoscenico, ma una sollecitazione per altre realtà italiane. Le periferie sono anch’esse motori di cultura e progettualità, e questa è la sfida che il nostro tempo ci presenta”.
Mattarella ha inoltre sottolineato l’importanza della cultura come antidoto alla compressione del pensiero dettata dalla tecnologia: “La cultura è un invito a guardare oltre, ribellandosi a ogni riduzione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà”.
Il messaggio del ministro Giuli: “Agrigento come cardine di rinascita”
Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha ribadito il significato di questa occasione per Agrigento e per tutta l’Italia:
“Agrigento ha vinto con una proposta credibile e ambiziosa, che la pone come cardine della rinascita di un territorio ricco di complessità. Questo 2025 sarà un’occasione per dimostrare la capacità di dialogo e incontro tra civiltà, confermandosi non solo Capitale Italiana della Cultura, ma anche Capitale Mediterranea della Cultura”.
Giuli ha esortato Agrigento a restare fedele alla sua identità di terra libera e ingegnosa, invitando a cogliere l’occasione per consolidare la propria posizione come polo culturale di rilevanza internazionale.
Schifani: “Un nuovo cammino nel segno del dialogo e della crescita”
Il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, accolto da calorosi applausi, ha evidenziato il valore simbolico e pratico di questo riconoscimento:
“Da Agrigento parte oggi un nuovo cammino. La città, con Lampedusa e i comuni della provincia, ha posto al centro del suo programma la relazione tra individuo, prossimo e natura. La cultura qui non è solo memoria del passato, ma uno strumento per costruire un futuro fatto di crescita personale e collettiva”.
Schifani ha inoltre lodato il coinvolgimento delle giovani generazioni e ha ricordato il contributo della Regione nel sostenere iniziative culturali, come il concerto natalizio trasmesso dalla Valle dei Templi.
Un anno di cultura e accoglienza
Il programma di Agrigento Capitale della Cultura 2025 si prospetta ricco e variegato, spaziando tra tradizione e innovazione. Al centro delle iniziative vi sarà l’accoglienza, tratto distintivo della cultura siciliana, e un dialogo costante con la natura e le diversità culturali, religiose ed etniche.
Come ha sottolineato Schifani, “Agrigento e la Sicilia intera sono state culle della civiltà e della filosofia, ma anche luoghi di contraddizioni che oggi possono trasformarsi in opportunità”.
Un messaggio universale
La cerimonia ha lanciato un messaggio di unità e coesione, come ha sottolineato Mattarella citando Empedocle: “L’unità degli elementi è la scintilla della vita, mentre la separazione conduce alla morte”. Questo invito a procedere insieme è stato il filo conduttore della giornata, che non solo ha celebrato il riconoscimento per Agrigento, ma ha anche offerto uno spunto di riflessione sul valore universale della cultura come ponte tra popoli e motore di rinascita.
L’anno di Agrigento Capitale della Cultura si apre così con una cerimonia che non è solo celebrazione, ma un monito a valorizzare le periferie come centri pulsanti di vita e progettualità per un futuro più inclusivo.

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