PORTO DI POZZALLO: SEQUESTRATO IL GABBIOTTO DELLA VIRTU FERRIES

I militari della Capitaneria di porto di Pozzallo hanno posto sotto sequestro il “gabbiotto” utilizzato dalla compagnia marittima Virtu Ferries per l’imbarco dei passeggeri diretti a Malta, perché non in regola. Il controllo avrebbe fatto seguito ad una segnalazione anonima. La struttura sarebbe stata realizzata ed utilizzata nel corso degli anni senza alcuna autorizzazione. Le pratica, dunque, non sarebbe mai stata perfezionata, tant’é che l’istanza a suo tempo inoltrata dalla Provincia Regionale di Ragusa al competente assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, non avrebbe avuto, ad oggi, riscontro alcuno. Abusivo, dunque, il “gabbiotto”, irregolare l’attività svolta dalla Virtu Ferries nell’area portuale occupata.

Di fronte a realtà di questo tipo, sotto certi aspetti incredibili, di solito i cosiddetti “bene informati”, quelli che fanno pendere la bilancia dialettica da una parte piuttosto che dall’altra, a seconda dell’interesse del momento, semplificano il problema parlando di stupide formalità e di richiesta regolarmente inoltrata e giammai definita, per uno dei mille strafalcioni burocratici che ogni giorno, tutti i giorni, creano situazioni di difficoltà e disagio, dal punto di vista operativo e produttivo, a danno di chi impegna risorse economiche ed umane per fare impresa, per creare lavoro, ricchezza, occupazione. Punto di vista rispettabilissimo ove, in una società retta da una miriade di regole e leggi, alcune delle quali andrebbero rinnovate e modificate al più presto, volessimo omettere il discorso della “par condicio”. Succede infatti ogni giorno, in tutti i settori delle attività private, che a tribolare di più per superare ostacoli amministrativi e burocratici siano i cittadini meno rappresentativi, i più deboli, quelli incapaci di agire con la sicumera che si appartiene ad aziende ed imprenditori di peso, forti dal punto di vista economico e relazionale. La Virtu Ferries utilizza da sempre, per il chek-in di imbarco, il “gabbiotto”, di proprietà, a quanto pare, della Provincia di Ragusa, piazzato a pochi metri dal cancello che separa i passeggeri diretti a Malta dal piazzale ove è attraccato il catamarano; ma, non avendo la Provincia ottenuto la relativa autorizzazione, non avrebbe potuto, di conseguenza, cedere in comodato d’uso alla Virtu Ferries la struttura realizzata abusivamente. Il funzionario provinciale incaricato di istruire la pratica, una volta inviato l’incartamento a Palermo, avrebbe dimenticato di sollecitarne la definizione? Può essere. Ma appare strano che nessuno si sia mai preoccupato di controllare che tutto fosse in regola. Ottenuta la concessione, di solito, si fanno controlli periodici per verificare il rispetto delle prescrizioni imposte e magari, ove previsto, per accertare se il canone annuale sia stato regolarmente pagato. La situazione venutasi a creare intralcia certamente il lavoro della Virtu Ferries che, dal punto di vista legale, non si capisce bene se sia parte lesa o se debba dare conto e ragione all’autorità pubblica circa l’utilizzo illegittimo di una struttura adibita ad uffici, realizzata, senza alcuna concessione, in un’area demaniale.

 

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