È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
PORTATI ALLA ROVINA OPPURE LA GIOSTRA OPPURE DURA LEX, SED LEX OPPURE LA CORRIDA – DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
13 Gen 2013 16:36
Stamane, sulle risultanze di una denuncia anonima, il giudice della pace di Arcore, con rito direttissimo, ha verificato la posizione di un indagato, presento colpevole Berlusconi Silvio, che si sarebbe reso reo di circonvenzione nei confronti dei giornalisti San Toro Vanesio e Traballo Filippo.
All’udienza non era presente il Berlusconi in quanto impegnato con la riunione condominiale del resort di tale Briatore, a Malindi, in Kenia. Trattandosi di legittimo impedimento, in quanto la legge Keniana obbliga i condomini a essere presenti alle riunioni ove trattasi di problematiche relative all’indebita appropriazione di demanio pubblico, il giudice aveva accolto l’istanza dell’indagato di far partecipare all’udienza, con funzioni difensive la podologa o, in subordine la proctologa di famiglia, trattandosi di cose di c…, , ma le stesse non hanno potuto assicurare la loro presenza per l’ora dell’udienza, anticipata senza motivo alle ore 12, per gli impegni inderogabili avuti nella nottata in villa.
L’indagato ha messo in atto un piano criminoso tendente a circuire i due giornalisti : in prima istanza, la lettera anonima, su carta intestata di non meglio precisata cancelleria di Milano, indicava il reato come commesso in concorso con gli aderenti al partito politico dell’indagato, ove si poteva profilare, quindi, l’associazione di stampo Amici Miei, ma la corte ha rigettato l’ipotesi di associazione constatando che il partito, forse, non c’è più.
Il Berlusconi, per come è stato accertato nel corso di brevi ma proficue indagini, aveva ideato un piano criminoso apparentemente semplice: per diverse settimane si era fatto notare come in evidente difficoltà per affrontar la campagna elettorale, orchestrando la falsa diaspora di molti esponenti del partito, alternando decisioni contraddittorie nel corso della stessa giornata al fine di offrire una quadro distorto e dissociato della sua persona. Addirittura, per trarre in inganno la controparte, si rendeva disponibile alla partecipazione a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche, ove faceva trapelare stati di evidente difficoltà, ai limiti della fuga per sopravvenuta sindrome post traumatica da intervista provocata da domande non comprese fra quelle preventivamente concordate.
I giornalisti valutavano la situazione e giudicavano opportuno approfittare della stessa, a fini personali, per gratificare una parte politica che, sicuramente, avrebbe ricompensato, in futuro i servigi resi.
Si realizzava così la premessa del reato con l’invito all’indagato a partecipare a una trasmissione di carattere politico.
C’erano stati in verità, nei giorni immediatamente precedenti, delle tensioni perché l’indagato pretendeva un numero eccessivo di biglietti omaggio per assistere allo spettacolo. I giornalisti, in particolare San Toro, si opponevano fermamente anche perché sarebbe loro scappato di mano il controllo degli applausi in studio, ma alla fine, su insistenza del collega, veniva data la possibilità di fare intervenire in massa parenti e amici, considerando che per loro poteva essere anche l’occasione per porgere, al loro prediletto, l’estremo saluto.
Aveva finalmente inizio la trasmissione e subito si avvertiva che qualcosa non andava: si aveva l’impressione che la scena si svolgesse in uno dei sotterranei della Lubjanka, artatamente illuminato e pervaso dalla diffusione di musiche inneggianti alla corrida, con riferimenti alla cittadina che accoglie il palazzo dei sultani dell’Alhambra (dall’arabo al-Ḥamrāʾ, ossia “la Rossa”, a causa forse del colore rosato delle strutture murarie o, forse, del colore rossiccio della barba del primo sultano o, forse ancora in riferimento ad una non meglio precisata bandiera).
L’intendimento, chiaramente caritatevole, era quello di ridurre, in poco tempo, all’impotenza il toro da matare: tutto era organizzato nei minimi particolari, i due toreri erano accompagnati dalle rispettive cuadrillas, composte di due picadores a cavallo, tre banderilleros e gli incaricati di ritirare il corpo del Berlusconi dopo che questo sarebbe stato sacrificato.
Secondo l’ordine costituito delle corride, l’abbattimento del ‘terribile’ era previsto nelle tre fasi tipiche:
nella prima fase, il tercio de varas, si doveva valutare la reale consistenza dell’avversario e ridurne la forza e l’ardore. Nella seconda, il tercio de muleta, l’avversario, già fiaccato dalle banderillas, doveva essere ridotto all’impotenza. Per evitare che comportamenti dell’ “animale” (politico) avessero potuto condizionare l’esito della corrida, si era provveduto, per la verità in maniera poco corretta, al preventivo sequestro, in fase di ingresso nell’arena del pubblico, di ogni possibile fazzoletto che avrebbe potuto modificare l’esito della corrida, in particolare sequestrati fazzoletti azzurri, che avrebbero consentito la vuelta al ruedo, nel caso di un combattimento esemplare che sarebbe stato premiato con i trascinamento del corpo in un giro di trionfo tutt’intorno all’arena, prima di essere portato via. Analogamente controllati, per comprensibili motivi, i fazzoletti arancioni (per carità, nessun riferimento a Grande Sud) e bianchi che avrebbero permesso, prima del colpo mortale inferto da San Toro con la spada verbale, di concedere l’indulto, cosa questa giudicata, dagli organi superiori, palesemente in contrasto con i regolamenti vigenti in tema di provvedimenti indultivi.
A conferma che il Berlusconi aveva pianificato un diabolico piano, si notava subito, dalle prime battute, come non si potessero riscontrare quei segnali che avevano fatto sperare per un facile annientamento.
Veniva fuori invece, per come hanno scritto i giornali, una performance letteralmente spettacolare, che lasciava solo le cornate date al Drappo rosso di Santoro, l’odore della polvere nel corpo a corpo muscolare con Travaglio, l’inappagata fame di sangue di milioni di spettatori.
Con Berlusconi che non si lascia mai imbrigliare, mettere nell’angolo, sa sorridere alle domande scomode, ostenta sicurezza, non mostra mai un’insicurezza, perfetto nell’uso del corpo e nella mimica.
Addirittura occupa la cattedra di Travaglio, (non ci vuole Freud per interpretare il gesto), scalza il nemico, gli occupa il posto di potere nello studio, per indossare i panni dell’accusa.
Riesce a trasformare quello che doveva essere un processo, nel non parlare dell’Italia vera, della sofferenza delle imprese, del disagio dei lavoratori. È la grande fuga di tutti dalle proprie responsabilità. Di Berlusconi dalle sue, e pure dei professionisti e dei cantori dell’antiberlusconismo.
A supporto delle tesi esposte, circa il piano criminoso messo in atto dall’indagato, al fine di prevenire e contestare in partenza ovvie accuse di accanimento nei suoi confronti, per portare a conoscenza del grave dissesto provocato, si riportano, nei tratti essenziali, i più importanti giudizi espressi dalla stampa, al fine di supportare, tramite valide motivazioni, quelli che saranno i provvedimenti da adottare nel giudizio di primo grado, per il quale si auspica una giusta e più severa revisione da parte degli organi superiori, per ristabilire l’ordine precostituito attraverso anni di intensa attività contro Berlusconi, il Berlusconismo e i movimenti liberali in genere, che hanno intralciato e reso difficile il cammino della sinistra avviata, dopo il crollo del Muro di Berlino, verso una nuova era di rinnovamento e potere incontrastato.
E’ accaduto, quindi, che la grande stampa democratica e progressista, quella che sempre aveva osannato il San Toro come Giornalista dalla Schiena Dritta, il Gran Perseguitato dell’Editto Bulgaro, la Vittima Sacrificale delle censure del Tiranno, l’Ultimo Baluardo dell’Antiberlusconismo, solo nel veder uscire l’indagato con i suoi piedi dall’arena, dopo essersi esibito nella vuelta al ruedo, ma non trascinato nel suo corpo ormai inerme bensì osannato dalla stessa curva che, fino a pochi minuti prima, anelava per una dissetante goccia del suo sangue, era costretta, per porre riparo ad una situazione obiettivamente imbarazzante, a esprimersi irridendo San Toro più di quanto non avessero fatto, nei tempi precedenti, con Berlusconi: di colpo il giornalista diventava un populista, un uomo di spettacolo invece che di informazione, un debole, un colluso, hanno scritto che è stato troppo accondiscendente, troppo «empatico», troppo vicino, che sono stati scritturati dallo stesso impresario come due vecchie glorie, che «è stato spettacolo, mai giornalismo», “due nemici ridotti a compari”. Hanno disconosciuto, come scrivevano in passato, che la trasmissione era l’unica e ultima spiaggia dell’informazione libera e indipendente in un’Italia totalitaria soffocata dal conflitto d’interesse. Ancora si è parlato di “strana alleanza di due populismi, che ha sciorinato l’intero campionario del populismo di destra e di sinistra, in una sostanziale comunanza di idee”.
Da quanto detto si evince il piano criminoso messo in atto dall’indagato per colpire nell’intimo i due giornalisti, minandone la valenza della loro professionalità, per trarne vantaggio personale, disconoscendo che la sua presenza in politica, come in un matrimonio, sia pure non consumato, costituiva ormai il core business dei due professionisti, tale da non poter permettere l’abbandono degli stessi al loro destino.
Il giudice della pace, appurato quanto sopra evidenziato e ritenuto, in fatto e in diritto,
P.Q.M.
dispone quanto segue:
– al fine di tutelare le condizioni economiche dei giornalisti interessati, segnatamente danneggiate dal piano criminoso, stabilisce che il Berlusconi, verificate le sue possibilità economiche, debba versare alimenti nella misura giornaliera di Euro 300.000 per ciascuno dei danneggiati
– che agli stessi vengano corrisposti arretrati a far data dell’annuncio del ritorno in politica
– che agli stessi venga riservato usufrutto di ville, con un minimo di 32 stanze nei comuni di Roma, Milano, Cortina d’Ampezzo e Porto Cervo
– che agli stessi venga ceduta, in comodato d’uso gratuito, una rete televisiva digitale terrestre decriptata e una a pagamento, perfettamente funzionante e operativa, con contratto cinquantennale di gestione delle risorse pubblicitarie che assicurino la sopravvivenza delle emittenti, introiti che, ove mancanti o parziali, debbono essere assicurati dal Berlusconi
– al Berlusconi sarà fatto divieto assoluto di partecipare a trasmissioni di dette emittenti, neanche per favorire la stesura di contratti pubblicitari
– il Berlusconi dovrà anche provvedere alla registrazione di una testata giornalistica da mettere a disposizione dei due giornalisti, ove possano anche trovare sistemazione altri elementi della trasmissione oggetto del piano criminoso. Detta testata dovrà avere come titolo “La Giostra”
– al Berlusconi sarò tuttavia consentito di proseguire l’attività politica e, a tal fine, considerato l’egregio lavoro svolto dai due giornalisti, sarà fatto obbligo di proseguire sulla linea intrapresa nelle
legislature precedenti per assicurare il positivo prosieguo dell’attività politica del Berlusconi e garantire, in questo modo il regolare asservimento alla sentenza espressa.
Una sentenza che lascia senza parole!
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