POLITICI IMMARCESCIBILI ALL’OMBRA DELLA TORRE VESTITI SEMPRE DI NUOVO COME VALENTINO

“In politica bisogna saper invecchiare con serenità e senza egoismi”. Questa la dichiarazione di Massimo D’Alema rilasciata a Palermo con riferimento a Leoluca Orlando. Lo storico esponente “dell’antimafia a parole”, l’ex leader della Primavera di Palermo, non avendo accettato la vittoria di Fabrizio Ferrandelli, ha deciso di correre ugualmente per la poltrona di sindaco. Facendosi beffa del risultato delle primarie di coalizione. Che, evidentemente, sono solo una messinscena.

Pensando alla dichiarazione di D’Alema e a quello che sta succedendo a Pozzallo, ci viene da ridere.

Quelli che amano ripetere: “L’anagrafe non conta; a volte si è più giovani a 60 anni che a 30”, sono ipocriti allo stato puro. Persone intellettualmente cagionevoli. Vuoti contenitori di frasi fatte.

Dopo quarant’anni di “impegno” politico, non ci si può presentare sulla scena come il nuovo che torna… a miracoli mostrare… come prima più di prima. Dopo aver preso in giro per qualche decennio giovani e meno giovani fedeli al “suo” progetto. Di cui credevano di far parte. Trattati invece come galoppini. Da usare e bypassare senza alcun riguardo. Sacrificati sull’altare di uno smisurato egoismo personale. Senza fine.

Unico antidoto per questi “volponi” della politica, accentratori di potere, pronti a fare accordi con tutti pur di restare a galla, è quello del benservito. Atto dovuto per ristabilire le regole della democrazia e dell’alternanza. Un metodo salutare. Per aiutarli ad invecchiare con serenità, per insegnare loro che nella vita, anche in quella politica, nessuno è eterno.

                                          

 

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