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POLIMERI EUROPA DICE NO ALL’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI
16 Giu 2011 14:16
Rimandata a data da destinarsi l’informazione-approvazione del protocollo su sviluppo e competitività, il nuovo modello di relazioni industriali per la gestione del futuro occupazionale ed economico di Eni.
“Polimeri Europa, un’ora prima dell’inizio dell’assemblea dei lavoratori, non autorizza il normale svolgimento lavori”, questa è la denuncia che parte dai tre segretari della FULC, Paolo Rizza, Giorgio Saggese e Giuseppe Scarpata. In pratica niente permesso per lavoro in straordinario per quei lavoratori in turno che attendevano i colleghi impegnati in assemblea, cosi come da consuetudine trentennale, e forse più, di stabilimento. E tutto ciò comunicato a voce, via telefono, pochi istanti prima dell’incontro di Filctem, Femca e Uilcem con le maestranze dello stabilimento Eni a Ragusa.
L’azienda non intende apportare modifiche nei turni rispetto all’attuale organizzazione del lavoro per lo svolgimento delle contrattuali assemblee sindacali.
«Abbiamo ritenuto opportuno informare immediatamente le segreterie nazionali dell’accaduto – spiegano i segretari di categoria – e intervenire in tal modo su eni, a livello centrale, per il gravissimo atteggiamento antisindacale assunto da Polimeri Europa e dal gestore del personale per gli stabilimenti di Ragusa e Priolo. Mai prima d’oggi, nel pieno rispetto di corrette relazioni industriali territoriali, tutto ciò era accaduto. Negare un’ora di straordinario per i lavoratori che attendono in cambio turno i colleghi impegnati in assemblea, da parte di Polimeri Europa, rasenta il paradosso – sottolinea il sindacato- se poniamo il tutto dinanzi alla richiesta di eni del 4% in più dell’orario di lavoro, sotto forma di straordinario, confortata dal protocollo siglato a Roma tra eni e Filctem, Femca e Uilcem, che avremmo dovuto sottoporre all’assemblea dei lavoratori per la valutazione e l’approvazione”.
Il «protocollo sviluppo e competività eni» -a 10 anni dalla firma dell’accordo quadro unico nel suo genere, primo esempio di relazioni industriali di portata internazionale- nasce come soluzione temporanea per una crisi della petrolchimica e della raffinazione che non accenna ad arrestarsi. Con la firma dell’intesa del 26 maggio 2011, ENI s’impegna a non chiudere alcuna realtà produttiva in Italia per i prossimi 4 anni e a mantenere stabili i livelli occupazionali. Lo scambio politico è sulle regole: 4% in più sull’orario di lavoro (retribuito come straordinario), zero assenteismo, uniformità dell’orario di lavoro, certezza dei tempi di risoluzione delle controversie sindacali (20 giorni), cassa integrazione guadagni per ottimizzazione degli assetti produttivi, ovvero fermate temporanee delle produzioni della petrolchimica e della raffinazione legate alle difficoltà del mercato. Il tutto con un capitolo d’investimenti non indifferente, circa 15md di euro nel quadriennio, soprattutto per i settori in crisi. La struttura del protocollo Eni sulla competitività e lo sviluppo, nella sua globalità, è stata largamente condivisa, da Filctem CGIL, Femca CISL e Uilcem UIL a tutti i livelli.
Il no incondizionato all’intesa avrebbe potuto aprire scenari apocalittici, da subito, per alcune raffinerie e soprattutto per alcuni petrolchimici, Ragusa inclusa. La chimica dell’etilene, e i polimeri di Ragusa e Priolo, sono l’anello debole di eni. In questi 4 anni di mantenimento degli assetti occorrerà pensare al futuro di Ragusa e della presenza di eni nel territorio, valutando una richiesta per le diversificazioni delle produzioni. La chimica verde potrebbe essere un buon punto di partenza.
Tutto questo –concludono i tre segretari della FULC- avremmo dovuto sottoporre all’assemblea dei lavoratori per la valutazione e l’approvazione. Che nei fatti ci è stata negata. L’atteggiamento di Polimeri Europa a Ragusa è stato oltremodo impudente e fuori luogo. Impudente, perché la mancata conferma al protocollo, per divieto di assemblea, è profondamente lesiva dell’immagine di ENI in Italia e nel mondo, nella promozione di corrette relazioni industriali; fuori luogo, perché i lavoratori di Ragusa, responsabili e corretti da sempre, non meritavano l’intolleranza, impensabile, a questo territorio da parte del gestore delle risorse umane, ragusano, anch’egli. Per una corretta informazione anche EniMed dice no allo svolgimento dell’assemblea per l’approvazione del protocollo “eni” sulle relazioni industriali.
Sarebbe interessante conoscere adesso, a valle di quel che è accaduto a Ragusa, la valutazione di Scaroni dei propri dirigenti di periferia, certamente non in sintonia con la rete centrale delle politiche industriali e sociali che hanno fatto del cane a sei zampe la quarta azienda mondiale, in termini assoluti, con migliore reputazione nel mercato azionario. Grazie anche ai sacrifici dei lavoratori e al buon senso del sindacato».
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