PMI-SICILIA FIRMA IL DECALOGO ANTIRACKET DI LIBEROFUTURO

Pmisicilia, associazione delle microimprese siciliane, aderisce al decalogo antiracket di LiberoFuturo. Il protocollo di legalità è stato firmato nella sede operativa dell’associazione, in via Giotto 92 a Palermo.

Questo decalogo prevede, fra l’altro, l’espulsione degli associati che risultino indagati e/o imputati per il reato di associazione mafiosa, anche nell’ipotesi del concorso esterno e del favoreggiamento, ma anche di coloro che non ammettono di aver pagato il pizzo.

Inoltre, il protocollo di intesa prevede che Pmisicilia dovrà svolgere un ruolo attivo a fianco degli associati che denunciano i propri estorsori o convincere a denunciare chi ha ricevuto richieste di pizzo. Ma non solo: si promuoverà il consumo critico riassunto nello slogan “Pago chi non paga”: agli associati si suggerirà di fare domanda di adesione al consumo critico  che equivale ad una denuncia preventiva che tiene a distanza gli estortori.

«Si tratta – afferma il presidente di Pmisicilia, Marcello Candela –  di un passo importantissimo per la nostra associazione che, sebbene sia nata solo da poco tempo, ha già voluto affrontare il tema della legalità che ha grande rilevanza nel mondo delle imprese. La firma di questo protocollo vuole essere soltanto un primo passo verso azioni sempre più energiche di contrasto al malaffare: Pmisicilia, infatti, non soltanto espellerà chi è colluso con la mafia, ma farà di tutto per vagliare la posizione di chiunque decida di associarsi, perché coloro che hanno a che fare con la mafia non devono mettere piede nella nostra associazione».

Pmisicilia, inoltre, intende porre una questione ulteriore sul fronte della legalità: «L’azione antiracket – aggiunge Umberto Terenghi, vicepresidente di Pmisicilia – ha come premessa l’esistenza di una vittima. Ma c’è un settore, quello che prevede l’utilizzo delle risorse pubbliche, nel quale corrotti e corruttori vanno insieme e l’impresa non è vittima, ma correa. Un quadrato fatto di quattro vertici: mafia, malapolitica, burocrazia infedele e imprese corruttrici, occorre scardinare anche questo fenomeno».

Enrico Colajanni, presidente di Libero Futuro, sottolinea che «se è vero come è vero che tutti dobbiamo e possiamo fare qualcosa contro la Mafia e per un futuro libero, le Associazioni di categoria sono addirittura decisive per il successo di questa rivoluzione culturale e sociale. Isolare i mafiosi ed i favoreggiatori, valorizzare e difendere le imprese che si ribellano alle vessazioni mafiose, creare con il “Consumo critico Pago chi non paga” aree libere di mercato coinvolgendo anche i consumatori, coinvolgere i professionistiLiberi nella lotta alla Mafia sono alcuni degli imperativi strategici dell’azione comune che con la sottoscrizione del Decalogo iniziamo oggi».

A firmare il Decalogo, oltre al presidente Candela, anche i rappresentanti provinciali di Pmisicilia: Roberto Biscotto (Ragusa), Luca Sulmicelli (Siracusa), Roberto Celano (Agrigento), Carmelo Aristia (Catania), Salvatore Passarello (Caltanissetta), Francesco Restivo (Trapani), Salvatore Lunetta (Enna), Umberto Attanasi (Messina).

«Quella di oggi – aggiunge in conclusione Roberto Biscotto di Pmi Ragusa – è una giornata storica per l’antiracket di tutta la Sicilia e sarà propedeutica a tutta una serie di progetti come quello intitolato “Casa nostra” che abbiamo proposto al presidente Colajanni e che si pone come obiettivo quello di attivare la diffusione della cultura della legalità nelle scuole medie inferiori di tutta la regione siciliana».

 

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