Plauso per il documentario sul terremoto del Belice a cura di Domenico Occhipinti e Guglielmo Distefano. Proiettato a Santa Croce

A mezzo secolo del terremoto “dei puvirazzi.” che ha distrutto ben 21 paesi della parte della Sicilia occidentale, due giovani, tornano a parlarne. Ispirati dal libro di Candido Cannavò, “Una vita in rosa”, Domenico Occhipinti giornalista e Guglielmo Distefano, direttore della fotografia, hanno ricordato i cinquanta anni del terremoto del Belice. Un documentario di trenta minuti, che ha tenuto incollati alla sedia i tanti che hanno voluto assistere alla sua proiezione ieri sera a Santa Croce Camerina. Tanta commozione in sala per l’intervento del professore Carmelo Mandarà che ha aperto i cassetti dei ricordi. Foto a testimonianza di una distruzione che ha fatto oltre 400 morti. “Siamo arrivati a due giorni dal sisma, ricorda il professore, non si scavava più per cercare di trovare corpi. Ricordo di un signore che continuava a chiederci di scavare nel punto dove poteva esserci la sua radio. Probabilmente era il suo modo per cercare una normalità che purtroppo non sarebbe tornata facilmente.” Molto apprezzato l’intervento di Gaetano Cascone, presidente dell’associazione Storia Patria che ha ricordato come pochi giorni prima Santa Croce ha avuto 5 vittime causate da una tromba d’aria.Non sono mancati i saluti del sindaco Barone e l’intervento di Silvio Rizzo presidente dell’associazione “Liberamente”
contributo editoriale di Pina Cocuzza

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