Più di 30 specie di uccelli selvatici osservati all’Ex Parco Agricolo di Ragusa: la biodiversità dietro casa

Dal Merlo al Saltimpalo, dal Gheppio alla Civetta, dal Verdone alla Balia nera. Sono più di 30 le specie di uccelli osservate all’Ex Parco Agricolo di Ragusa: un’area di paesaggio agrario tradizionale che, pur sfregiato in alcune parti, si è miracolosamente in parte ancora salvato dalla speculazione edilizia in una zona periferica della città di Ragusa. L’interessante fauna ornitologica è stata censita nell’ambito di un programma sistematico di osservazioni svolto dal Biologo Antonino Duchi coadiuvato dalla Biologa Monica Giampiccolo e dall’Insegnante Donatella Sciveres. Un programma ancora in corso e che potrebbe rivelare ulteriori interessanti sorprese, sempre che l’area venga mantenuta o, meglio ancora, riqualificata in senso naturalistico e non definitivamente devastata. Al compimento del programma si prevede di pubblicare tali osservazioni in una rivista specialistica o negli atti di un congresso.

”Alcune specie sono presenti tutto l’anno, alcune solo d’inverno, altre si servono del sito come tappa intermedia di foraggiamento durante le migrazioni ” afferma il biologo Antonino Duchi. “Le osservazioni svolte “sottolinea ancora il biologo” evidenziano l’importanza naturalistica del paesaggio agrario tradizionale: un ambiente che purtroppo subisce il continuo attacco delle attività antropiche, quali la cementificazione (ville, capannoni, resort, strade, autostrade…), l’agricoltura intensiva e le discariche abusive”.

“Spesso quando si parla di natura negli Iblei si pensa solo alle cave, mentre invece è tutto il territorio che ha delle valenze ambientali e naturalistiche diffuse” sostiene la Biologa Monica Giampiccolo “ la presente indagine, pur avendo affrontato solo uno ‘spicchio’ della fauna presente, ne è la chiara dimostrazione”.

“Sono rimasta sorpresa dalla varietà faunistica che si può riscontrare proprio dietro casa, senza la necessità di dover macinare decine se non centinaia di chilometri” è la riflessione dell’Insegnante Donatella Sciveres” A scuola è ormai diffusa l’Educazione Ambientale a cui gli studenti sono molto interessati. Quest’area può a ben titolo essere un’aula didattica a cielo aperto facilmente raggiungibile. Ma se contemporaneamente gli adulti (genitori, nonni, parenti, amici o quant’altro) propongono ai giovani come positive la privatizzazione ed alterazione dei beni ambientali diffusi tutto ciò che a scuola viene insegnato rischia di sfumare in un batter d’occhio”.

E’ il caso dell’Ex Parco Agricolo. “Dalla scelta se mantenerlo e riqualificarlo o farlo finire sotto la ‘solita’ colata di cemento si gioca non solo un pezzo di natura dietro casa ma anche un pezzo di cultura ambientale delle generazioni attuali e future” concludono i biologi ” Come dimostra questo monitoraggio, il ruolo del biologo ambientale nella gestione territoriale risulta fondamentale e quindi va tenuto sempre più in considerazione, sia da parte degli Enti preposti che dell’opinione pubblica”.

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