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Pignorati 1,2 milioni di euro al Comune di Vittoria. Ecco perché
16 Apr 2023 13:01
Il Comune di Vittoria dovrà pagare un milione e 200.000 euro alla famiglia di una vittima della strada. Un uomo è morto nel 2013 a causa di un incidente stradale. La richiesta di risarcimento, avanzata subito dopo dalla moglie e dalle due figlie non ebbe esito positivo.
A distanza di tempo, però, nuove verifiche disposte dal tribunale hanno permesso di accertare la responsabilità del comune e una sentenza del 28 luglio dello scorso anno ha accolto le richieste della famiglia della vittima e ha condannato il comune di Vittoria al pagamento di 800.000 euro. La sentenza ha accertato che le condizioni del manto stradale sono state una causa determinante dell’incidente. La sentenza ha riconosciuto le responsabilità del comune, pur in assenza di responsabilità personali dei dipendenti dell’ufficio manutenzioni.
Il comune, però, non ha pagato e su richiesta dell’avvocato Anna Iachella, che patrocina la famiglia, è partito il pignoramento di 1.200.000 nei confronti del comune di Vittoria (la somma, nel frattempo, è lievitata).
Altro tassello dell’intricata vicenda nel 2019, quando i legali della famiglia tentarono una transazione con il comune, che però non andò a buon fine. La transazione avrebbe comportato costi notevolmente inferiori per il comune.
La vicenda è stata spesso al centro di un aspro dibattito sui social. Aiello ha più volte lanciato accuse nei confronti del suo predecessore, Giuseppe Nicosia, che era sindaco nel 2013 quando si verificò l’incidente. Oggi, a sostenere la parte civile, è l’avvocato Anna Iachella, anch’essa dello studio legale Nicosia. Nicosia, a sua volta, aveva reso noto per primo la sentenza, già nell’estate scorsa, rimarcando «la portata parzialmente innovativa della sentenza risiede nell’accoglimento delle nostre richieste di applicare al danno parentale da morte le più congrue tabelle a punti del Tribunale di Roma, in luogo di quelle di Milano, così come hanno riconosciuto recentissime sentenze della Corte di Cassazione. A fronte di un fatto tragicamente luttuoso e dell’irrisarcibile dolore parentale che ne consegue, resta tuttavia la soddisfazione professionale di aver dato una risposta di equità e giustizia alle vittime della strada».
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