PIANO DI RIEQUILIBRIO COMUNE DI MODICA

Il Sindaco Abbate minimizza la decisione della Corte dei Conti e scarica la responsabilità su chi in Consiglio avrebbe ritardato l’iter per la nomina dei revisori dei Conti e che oggi pensa di aver raggiunto un obiettivo e che nel contempo, dice nel comunicato stampa diffuso in queste ore, coloro che vogliono il male della sua  Amministrazione e della sua persona stanno preparando comunicati trionfalistici facendo finta di avere a cuore le sorti della Città.

Ancora una volta dinanzi a dei fallimenti Egli si chiude nella sua megalomania anziché prendere atto che ha commesso degli errori sia sotto il profilo tecnico giuridico che sotto l’aspetto delle scelte politiche su una questione di estrema delicatezza per la vita dell’Ente.

E’ vero che a fine 2012 a causa della disastrosa gestione del passato l’Ente era stato dichiarato in stato di dissesto finanziario, come è vero che agli amministratori dell’epoca gli si presentò l’opportunità di redigere un piano di riequilibrio decennale che portò al risultato della revoca dell’atto di dichiarazione di dissesto. Com’è altrettanto vero che, sempre la precedente Amministrazione, colse l’occasione al volo offerta dal DL 35 per spalmare i debiti decennali in un periodo trentennale abbassando di gran lunga le rate annuali con un prevedibile beneficio di cassa……….la scelta della precedente della precedente Amministrazione porto nelle casse del Comune ben 65 milioni di euro.

Ma come ha gestito l’Amministrazione Abbate questa opportunità ereditata dalla dai predecessori? A quanto pare in maniera pessima, con sufficienza e con molta presunzione.

Sappiamo, infatti, che la rimodulazione del piano di riequilibrio approvato dopo una lunghissima gestazione nel 2015 dalla Corte dei Conti presentava delle criticità gravissime e incongruenze tali da mettere perfino in discussione la veridicità dei dati ivi contenuti e soprattutto la sostenibilità del piano stesso così come costantemente affermato dal Giudice contabile sia in sede di approvazione che in sede di verifica, invitando l’Ente a valutare seriamente l’opportunità di portare avanti il piano di rientro in luogo della dichiarazione di dissesto.

Intervenuta la nuova normativa sull’armonizzazione dei bilanci degli Enti pubblici l’Amministrazione chiedeva tempo alla Corte dei Conti in quanto la novella consentiva, entro il termine del 30 settembre 2016, di rimodulare il piano al fine di armonizzare le risultanze finanziarie del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi che per meri problemi tecnici non erano stati inseriti nella precedente rimodulazione approvata nel 2015.

Bene, a causa delle lungaggini irresponsabili dell’Ente nel mettere a punto le procedure per il sorteggio dei Revisori dei Conti, avvenuta comunque il 19 settembre 2016 e quindi in tempo utile rispetto alla scadenza del 30 settembre, il piano di riequilibrio veniva approvato con una delibera di Giunta e senza parere dei revisori in data 27 settembre 2016 sostituendosi di fatto al Consiglio Comunale, organo con l’esclusiva competenza in materia, che ha poi ratificato l’atto il 30 dicembre 2016, adducendo l’estrema urgenza quale giustificazione asserendo la correttezza procedurale fondata sulla prassi amministrativa consolidata. Tutte tesi puntualmente smontate dalla decisione della Corte dei Conti con severe considerazione sulla sufficienza con cui è stata gestita la vacatio del Collegio dei Revisori dei Conti sostenendo che un Ente che si trovi nelle condizioni in cui si trova il Comune di Modica avrebbe dovuto intraprendere tutte le iniziative affinché ciò non accadesse visti i margini temporali ritenuti congrui per la nomina dei componenti il Collegio.

La Corte ritiene comunque incompetente la Giunta Comunale e precisa che se è stato possibile per l’organo esecutivo approvare il piano di riequilibrio in assenza del parere dei revisori non si capisce perché non poteva essere esitato dal Consiglio Comunale.

La conclusione è che il Comune di Modica, non avendo approvato entro il 30 di settembre 2016 il nuovo piano di riequilibrio è stato dichiarato decaduto da questa possibilità e, pertanto, rimane in vita il piano di riequilibrio approvato nel 2015.

Ma la cosa più grave è che a seguito del riaccetamento dei residui attivi e passivi è emerso un disavanzo di 79 milioni di euro ritenuto non sostenibile con il piano di riequilibrio vigente già deficitario e ritenuto insostenibile sin dall’origine per cui il Magistrato istruttore deferisce “Allo stato……………….deve ribadirsi la inattualità e la incongruità del piano di riequilibrio esistente rispetto alla nuova situazione finanziaria dell’ente per come dallo stesso riportata. In mancanza della rimodulazione ( aggiungiamo non più praticabile per la decadenza) atta a recepire il maggior disavanzo emerso all’esito delle operazioni imposte dalla nuova contabilità armonizzata, il piano originario, già giudicato strutturalmente carente dalla Sezione, e le misure di risanamento ivi previste si rilevano, infatti, insufficienti rispetto all’effettivo fabbisogno”.

L’Ente appare inevitabilmente condannato al dissesto.

Vorremmo che il Sindaco spiegasse quali responsabilità abbiano le opposizioni nella disastrosa gestione della vicenda finanziaria dell’Ente considerata la schiacciante maggioranza numerica di cui dispone in Consiglio Comunale che gli avrebbe consentito di velocizzare ogni procedura di nomina dei componenti il Collegio dei Revisori così come gli ha consentito di portare a termine tutte le forzature amministrative come quella del caso specifico.

La responsabilità politica è evidente e non consente più al Sindaco di addurre alcuna giustificazione. Il Comune a distanza di quattro anni dalla sua elezione si trova in una situazione più grave di quella in qui si trovava e questo dovrebbe fare riflettere lui e la sua maggioranza sulla opportunità di dimettersi con effetto immediato.

 

 

 

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