PERVENIRE AD UN RIEQUILIBRIO NEL COMPARTO AGRUMICOLO

Lo sproporzionato divario tra il prezzo di vendita al dettaglio e quanto corrisposto al produttore, nonché i mancati controlli sull’ingresso di agrumi extracomuntari, stanno determinando una crisi anche  del settore agrumicolo in Sicilia e quindi anche in provincia di Ragusa abbastanza preoccupante tanto da essere oramai indifferibili provvedimenti che portino ad un riequilibrio di mercato.

L’on. Riccardo Minardo invia una dettagliata lettera al Ministro per le Politiche Agricole e Alimentari chiedendo di attuare un piano agrumicolo nazionale pianificando un’oculata attività promozionale del prodotto agrumicolo siciliano con particolare riferimento alle arance rosse di Sicilia ed alla valorizzazione del marchio Igp delle arance siciliane.

Assistiamo purtroppo anche per questo comparto ad un divario dei prezzi penalizzante, le arance siciliane si pagano al produttore pochi centesimi, ma i derivati, compresi il succo d’arancia, costano al consumatore oltre 3 euro al Kg. Gli agrumicoltori della Sicilia sono costretti a vendere i loro prodotti di elevata qualità a pochi centesimi ed i consumatori acquistano succhi provenienti da ogni parte del mondo a prezzi esorbitanti. La cosa che preoccupa ancora di più, sottolinea il deputato regionale autonomista, è che non si sa da dove questi prodotti arrivano in quanto non c’è l’obbligo della provenienza sull’etichetta ma solo lo stabilimento di confezionamento ed il prodotto è così in automatico spacciato per “made in Italy”.

Salvaguardare il comparto vuol dire, sottolinea l’esponente autonomista, salvaguardare i livelli occupazionali, considerato che il settore interessa tutta la Sicilia ed ha un’importanza fondamentale non solo economica   ma anche promozionale. Le nostre aziende credono molto nella qualità delle loro produzioni  ma il rovescio della medaglia è che questa non viene remunerata adeguatamente con effetti negativi sui redditi di chi produce. (p.r.)

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