Perse la vita in un incidente stradale: pignorato il Comune di Vittoria per 1,2 milioni di euro. Tutta la vicenda

La vicenda parte nel 2013. Un incidente stradale apparentemente banale costa la vita ad un uomo. L’uomo perde il controllo della sua auto e finisce contro un muro. Le lesioni interne lo portano alla morte qualche ora dopo. Si tratta di un incidente autonomo. I rilievi effettuati dalla Polizia municipale ricostruiscono la dinamica. I familiari non sono convinti e chiedono di accertare le responsabilità del comune. Ma la loro istanza si ferma: appare evidente che si è trattato di un incidente autonomo e che non vi è alcuna responsabilità dell’ente. Almeno apparentemente.

I familiari però non desistono. Non vi sono responsabilità penali (dolo o colpa grave) ma a loro parere vi sono delle responsabilità oggettive del comune. Perché una buca stradale, non opportunamente segnalata e per di più all’uscita da una curva sarebbe all’origine del disastro e purtroppo della morte. Qualche tempo dopo varcano la soglia dello studio dell’avvocato Giuseppe Nicosia, proprio colui che all’epoca dei fatti (e fino al 2016) è stato sindaco di Vittoria. Una prima analisi della situazione non sembra offrire spunti per un’azione legale. Un’analisi più approfondita, però, compreso le foto, danno indicazioni diverse e qualche spiraglio. In quello spiraglio lo studio di Giuseppe Nicosia decide di infilarsi. Una perizia cinematica, effettuata con tecniche molto sofisticate, prova che a provocare l’incidente è stata propria quella buca non segnalata che, specie in un giorno di pioggia in cui era meno visibile, si è trasformata in una trappola mortale. Viene ricostruita con dovizia e attenzione, proprio con le tecniche e i calcoli della cinematica, il movimento delle vetture e del corpo.

PARLA GIUSEPPE NICOSIA

L’uomo probabilmente ha cercato di evitare quella buca ed è stato costretto a sterzare con violenza. «Quella perizia ci convinse che i parenti avevano ragione. Avviare l’azione legale era dovuto a quella famiglia, alla vedova e agli orfani» spiega Giuseppe Nicosia che, insieme alla collega Anna Iachella, patrocina la famiglia della vittima. In una prima fase si chiede al comune una transazione. Il comune rigetta la richiesta. Questo avviene nel 2019, negli anni della gestione commissariale. Il giudice del tribunale di Ragusa accoglie la richiesta degli avvocati Iachella e Nicosia e ordina una nuova perizia. Il comune viene rappresentato in giudizio dagli avvocati Giovanni Giardina e Monica Lo Piccolo. Anche quest’ultima conferma quanto stabilito dalla perizia di parte. Ed emette la sentenza nel luglio scorso. Quando questa viene notificata al comune la notizia si diffonde e suscita un certo clamore.

L’attuale sindaco Francesco Aiello accusa il suo predecessore perché avrebbe patrocinato una causa contro il comune per una vicenda che – guarda caso – riguarda proprio il periodo in cui egli era sindaco. La sentenza è esecutiva: il comune deve pagare 875.000 euro. L’ente ricorre in appello e chiede la sospensione che viene rigettata. Per il giudizio di appello si dovrà attendere ancora, ma intanto il giudice ha stabilito che il comune deve pagare entro il termine stabilito di 120 giorni.

LA SENTENZA E’ ESECUTIVA

Trascorso tale tempo si attende ancora. Infine, si decide di chiedere il pignoramento della somma di 1,2 milioni di euro presso l’ente. Ora il pallino è passato nelle mani del giudice dell’esecuzione che deve far si che il comune ottemperi alla richiesta e paghi quanto stabilito dalla sentenza.

Nel giudizio di esecuzione il comune ha incaricato l’avvocato Carmelo Di Paola. Proprio questo incarico, per le modalità con cui è stato deciso, è tra i provvedimenti rilevati nella relazione dell’ispettore regionale Francesco Riela che ora, con una nuova ispezione disposta dalla regione il 16 marzo scorso, sta continuando gli accertamenti al comune di Vittoria, insieme al collega Antonio Sajeva. La notizia trapela e viene resa nota dalla pagina facebook del primo cittadino. «Avevano trasformato il comune in un campo di grana – scrive il sindaco – E facevano le cose “casa e putia”. Ora scopriamo la grave vicenda di Nicosia avvocato che difende le vittime della strada contro Nicosia sindaco. Trasmetterò’ gli atti processuali alla Corte dei Conti e alla Procura. Nicosia dichiara che la colpa dell’incidente nel 2013 fu del Comune. Che invece era stato considerato non responsabile. E lui nel 2013 era il sindaco. Una vergogna sconvolgente».

«La sentenza è stata emessa da un tribunale e in tutta Italia le sentenze di un tribunale vanno eseguite – commenta Nicosia – abbiamo atteso ben oltre il tempo dovuto e abbiamo avviato la procedura di pignoramento. Questa sentenza è un atto di giustizia nei confronti dei familiari della vittima. Essa ha stabilito che non ci furono responsabilità degli uffici, ma la responsabilità dell’ente è oggettiva ed è dovuta all’insidia stradale, un fatto oggettivo. Il giudice lo ha riconosciuto. Non c’è altro da commentare. Questa è una vicenda squisitamente giuridica. Per il resto, Aiello continua a minacciare querele. Le ha annunciate e proposte ad agosto/ settembre quando è stata pubblicata la sentenza e tali denunce, come prevedibile, sono state il solito buco nell’acqua. Non hanno avuto alcun esito».

Oggi abbiamo tentato di sentire telefonicamente il sindaco Francesco Aiello per un ulteriore commento, ma non siamo riusciti a raggiungerlo.

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