Il direttore Franco Portelli ricorda il compagno di scuola Marcello Perracchio

Ho conosciuto Marcello il primo ottobre  del 1953 quando frequentavamo l’Istituto tecnico Archimede di Modica eravamo compagni di classe e di banco. Ricordo che lui ben robusto ed io mimgherlino siamo stati assegnati nello stesso banco dal professore. Lui aiutava papà suo nel lavoro di fornaio e si alzava alle tre del mattino.
Da allora la nostra amicizia è stata sempre viva e attenta specie quando ci siamo trasferiti a Ragusa per il nostro lavoro. Ricordo anche l’inizio della sua carriera di attore quando recitavamo al teatro di Modica la “Metamorfosi” con lui attore principale ed io di “spalla”. Lui ha poi continuato come sappiamo alla grande mentre io ho cambiato mestiere facendo da 50 anni il giornalista.

Volete sapere cos’era la metamofosi?  In poche righe ve la descrivo: Franco che era il professore. “Marcello dimmi che cos’è la metamorfosi”. Marcello ” Non lo ricordo professore me lo dica lei”. Franco ” Marcello tu muori” .Marcello: “Ma io non voglio morire professore”. Franco: Tu muori per finta , il tuo corpo dopo essere stato sepolto si disfà; nasce un fiorellino bellissimo, passa una  mucca e dice . “Oh che bello questo fiorellino adesso me lo mangio”. Dopo averlo mangiato se ne va in un angolo e toc, toc deposita quello che resta del fiorellino passato dallo stomaco! Adesso ripetila tu”. Marcello: “Bene, benissimo ,Professore lei muore ma sul serio. Il suo corpo si disfà e nasce un fiore brutto. Dopo un pò passa una mucca che dice “Oh che brutto fiore ma siccome ho fame me lo mangio lo stesso. E se lo mangia. Dopo un pò va in un angolo e toc, toc deposita quello che resta del fiore. Dopo qualche minuto passo io che le dico “Buongiorno professore, sempre lo stesso, lei”.

Ho voluto ricordare il primo pezzo teatrale di Marcello che faceva sbellicare dalle risate il pubblico.

Adesso caro Marcello tu non ci sei più ma io quando sarà la giunta la mia ora verrò, spero, a  a trovarti per stare sempre con te e con i compagni di scuola e magari ripetere la metamorfosi.

Ciao Marcello  il tuo amico di sempre Franco

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