PER PIACERE SIAMO SERI

 Il possibile impatto dell’elettrodotto Sicilia-Malta , e quindi una questione ambientale, ha innescato un dibattito tra le forze politiche cittadine che si caratterizza per la superficialità dei giudizi, in quanto non supportati da conoscenze tecniche e ambientali, e per posizioni che spesso manifestano la difesa di interessi particolari e non come dovrebbe essere la difesa degli interessi della collettività.

Proveremo quindi, per un giudizio più consapevole, ad illustrare il progetto e a confutare le parole al vento lanciate da qualcuno.

L’elettrodotto, lungo 19,1 km solo per 300 metri attraversa la campagna , per il resto corre sempre sotto il manto stradale di diverse strade provinciali dalla stazione elettrica di Ragusa, accanto al Cineplex, fino al piazzale delle giostre a Marina di Ragusa. In questo tragitto l’elettrodotto creerà una servitù ai sensi della legge 36/2001 art. 4 comma 1 lett. H e del DM 29/5/2008 di circa 6 metri per lato, sarebbero stati 18 con l’elettrodotto aereo, con la conseguenza che sarà vietata la costruzione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario ovvero ad un uso che comporti  una permanenza non inferiore a quattro ore. Questo vincolo comporta che i Comuni all’atto del rilascio delle singole concessioni edilizie, debbano tenere conto delle fasce di rispetto degli  elettrodotti.

Ne rimangono esclusi quasi tutti i fabbricati al servizio dell’agricoltura, la quale non subirà alcun danno. Non sono quindi veritiere le distanze della servitù di 30 o 60 metri circolate in questi giorni., così come i presunti danni al sistema agricolo.

L’elettrodotto non attraverserà Marina di Ragusa in quanto giungerà sul piazzale delle giostre da est percorrendo la strada provinciale che proviene da Donnalucata.

I cittadini, alla luce della legislazione vigente e se non intervengono fatti nuovi, potranno continuare a fare il bagno in quanto il divieto di balneazione riguarda la qualità delle acque e non la presenza di dell’elettrodotto, il quale interrato sul piazzale correrà sotto la spiaggia ad una profondità di 2,5 metri per riemergere a 250 metri dalla costa con una profondità del mare di circa 3 metri. Addirittura la Regione vorrebbe una profondità ancora maggiore , – 8 metri, e quindi anche una distanza maggiore.

Anche i divieti fissati dalla Capitaneria di porto  per la presenza del cavo sottomarino escludono l’apposizione del divieto di balneazione, ma solo il divieto di ancoraggio, di recuperi marittimi e l’esercizio della pesca a strascico.

I possibili rischi per la posidonia oceanica e la cymodocea  nodosa invece sono reali, ma le prescrizioni rigidissime poste dalla commissione VIA riducono di molto il rischio. Infatti il cavo che interesserà 102 mq di posidonia e 1063 mq di cymodocea non verrà interrato ma poggiato e per ogni mq di posidonieto danneggiato la ditta dovrà ripiantare un mq di nuove talee di  posidonia .

Per quanto riguarda la riserva dell’Irminio, che non verrà toccata dall’elettrodotto, le prescrizioni poste dalla commissione VIA sono anch’esse molto rigide ( ad esempio i lavori si devono bloccare durante il periodo di riproduzione/nidificazione delle specie faunistiche protette ). Sono le stesse prescrizioni, all’interno della procedura di Valutazione di Incidenza, che Legambiente chiese al comune di Ragusa per la costruzione della lottizzazione vicino alla riserva e che il comune di Ragusa, guidato dallo stesso soggetto  che oggi chiede garanzie e strilla al disastro ambientale, si guardo bene di concedere.

In questa vicenda poi risuona una famigerata parola più volte sentita nel corso del dibattito sul piano paesaggistico : ingessare il territorio. Temiamo per questo che la protesta verso la servitù troppo ampia, nella realtà non lo è, sia dovuto al fatto che alcuni progetti costruttivi ne verrebbero minati.

Ed ora la notizia che nessuno sa, e che demolisce le argomentazioni di chi solo ora si traveste, per finta,  da difensore dell’ambiente: “ l’abbiamo saputo solo il 27 giugno e abbiamo avuto solo un giorno di tempo per fornire il parere richiestoci dalla Regione “ .

Il comune di Ragusa era a conoscenza del progetto in quanto la ditta aveva depositato tutta la documentazione il 14 ottobre 2011. Infatti la procedura di VIA nazionale prevede che il proponente presenti contemporaneamente a tutti i soggetti coinvolti, tra i quali ci sono i comuni anche se toccati solo in modo marginale, copia del  progetto. L’avviso di procedura di VIA è stato anche pubblicato il 14 ottobre 2011 su “ La Repubblica e su “ Il Giornale di Sicilia” .

Come mai il comune di Ragusa per 8 mesi non se ne è accorto ? Avrebbe avuto tutto il tempo di preparare serie osservazioni e coinvolgere l’intera città comprese le associazioni ambientaliste. Ma non l’ha fatto.

Sta ora ai cittadini e alle forze politiche, avendo avuto tutti gli elementi, di valutare se c’è grave danno per l’ambiente,per  il paesaggio, per la flora e la fauna marina, e se l’intervento è assolutamente invasivo o no.

 

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