Per non dimenticare le vittime della mafia

A Chiaramonte Gulfi la conferenza dal titolo “Per non dimenticare le vittime della mafia”, voluta fortemente dall’Associazione culturale “La Ginestra” diretta da Luisa Fontanella che ha ringraziato in modo particolare i due protagonisti dell’evento il dott. Dario Montana fratello del commissario di polizia Beppe Montana, ucciso dalla mafia il 28 luglio del 1985 e Antonietta Burgio mamma di Pierantonio Sandri  sparito il 3 settembre del 1995  i cui resti sono stati trovati il  19 settembre del 2009. Un ringraziamento va anche al comune di Chiaramonte Gulfi, ai  Carabinieri  e alla preside dell’Istituto S.A. Guastella  Prof.ssa Giuseppina Spataro che ha dato l’occasione ai suoi ragazzi di poter ascoltare storie toccanti. Sia il dott. Montana sia  la Sig.ra Burgio fanno parte dell’associazione “Libera” di don Ciotti. Il sindaco di Chiaramonte l’avv. G. Nicastro “sia come sindaco che come cittadino siciliano sono riconoscente a quello che stanno facendo loro che affranti dal dolore, non si chiudono in sè stessi ma sono riusciti a parlare delle loro brutte esperienze. Queste iniziative – continua il primo cittadino- sono rivolte alle future generazioni. In questo paese abbiamo avuto il piacere di avere come ospiti personalità illustri che hanno avuto delle esperienze legate alla mafia come Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo ucciso dalla mafia nel 1993 e Don Fortunato di Noto che combatte  giorno dopo giorno la pedopornografia on line”.“Io e i miei parenti  vogliamo che rimanga viva la memoria  di mio fratello Beppe, – dice  Dario Montano  – perché il ricordo delle persone care è legato al dolore della famiglia. Noi viviamo in una paese terribile. Ogni anno nel mese di marzo ci riuniamo a Milano, tutti i parenti delle vittime di mafia, ad elencare i nomi di 900 uomini uccisi dalla mafia. Il presente di questo Paese siete voi i giovani, mio fratello era un ragazzo quando venne ucciso dalla mafia solo perché si occupava dei latitanti. È stato uno dei primi poliziotti, insieme a Chinnici,  che nel 1982 giravano per le scuole a far conoscere cosa vuol dire Legalità. Questi sono stati anni terribili che ha visto la morte di diversi  poliziotti come  Antiochia, Zucchetto oltre a mio fratello. Questi poliziotti avevano qualcosa in comune: la Giustizia”. “Pierantonio era un ragazzo rispettato da tutti a Niscemi- racconta la signora Burgio- si era diplomato di odontotecnico nel capoluogo etneo e aveva deciso di iscriversi all’Università di Catania nella facoltà di Odontoiatria. Dieci giorni prima di fare l’esame di ammissione  all’Università, scompare misteriosamente. È stata una sorpresa per tutti gli abitanti di Niscemi perché Pierantonio era un ragazzo che aiutava tutti, soprattutto i più deboli e gli anziani. – continua il racconto la madre- Ho cercato per 14 anni insieme alle forze dell’ordine che non mi hanno mai abbandonato. Ancora oggi non so come è  stato ucciso mio figlio, i giornali dicono che forse lui ha visto qualcosa che non doveva vedere. È stato strangolato e poi buttato in una fossa profonda 50 cm e c’erano degli alberi che lo proteggevano. Io nutrivo sempre quel sottilissimo filo di trovarlo che si affievoliva giorno dopo giorno. A Niscemi si è mossa qualcosa dopo che questo ragazzo compagno di Pierantonio  ha parlato in un fiume di lacrime. Il giorno del funerale per me è stato un giorno di festa perché sapevo dove  potevo andarlo a trovare. Sono sicura che il giorno che lo stavano strangolando lui si ricordava di me. Noi che viviamo in una isola bellissima invidiata da tutti dobbiamo riuscire a debellare la mafia, perché la nostra terra non può essere infangata da queste persone”. I nomi li possiamo dimenticare, ma non possiamo dimenticare quello che è successo in tutti questi anni. (Raffaele Ragusa)

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