Diventa unico il reparto di infettivologia che, di fatto, si concentra interamente all’ospedale Maggiore-Nino Baglieri di Modica. A Ragusa il reparto viene ristrutturato con servizi day-hospital ed ambulatoriali con beneficio per i reparto di oncologia e di urologia che incamerano i posti letto lasciati dall’infettivologia. La decisione dell’Asp di Ragusa non sta passando inosservata. L’intervento […]
Per non dimenticare le vittime della mafia
29 Mag 2010 19:39
A Chiaramonte Gulfi la conferenza dal titolo “Per non dimenticare le vittime della mafia”, voluta fortemente dall’Associazione culturale “La Ginestra” diretta da Luisa Fontanella che ha ringraziato in modo particolare i due protagonisti dell’evento il dott. Dario Montana fratello del commissario di polizia Beppe Montana, ucciso dalla mafia il 28 luglio del 1985 e Antonietta Burgio mamma di Pierantonio Sandri sparito il 3 settembre del 1995 i cui resti sono stati trovati il 19 settembre del 2009. Un ringraziamento va anche al comune di Chiaramonte Gulfi, ai Carabinieri e alla preside dell’Istituto S.A. Guastella Prof.ssa Giuseppina Spataro che ha dato l’occasione ai suoi ragazzi di poter ascoltare storie toccanti. Sia il dott. Montana sia la Sig.ra Burgio fanno parte dell’associazione “Libera” di don Ciotti. Il sindaco di Chiaramonte l’avv. G. Nicastro “sia come sindaco che come cittadino siciliano sono riconoscente a quello che stanno facendo loro che affranti dal dolore, non si chiudono in sè stessi ma sono riusciti a parlare delle loro brutte esperienze. Queste iniziative – continua il primo cittadino- sono rivolte alle future generazioni. In questo paese abbiamo avuto il piacere di avere come ospiti personalità illustri che hanno avuto delle esperienze legate alla mafia come Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo ucciso dalla mafia nel 1993 e Don Fortunato di Noto che combatte giorno dopo giorno la pedopornografia on line”.“Io e i miei parenti vogliamo che rimanga viva la memoria di mio fratello Beppe, – dice Dario Montano – perché il ricordo delle persone care è legato al dolore della famiglia. Noi viviamo in una paese terribile. Ogni anno nel mese di marzo ci riuniamo a Milano, tutti i parenti delle vittime di mafia, ad elencare i nomi di 900 uomini uccisi dalla mafia. Il presente di questo Paese siete voi i giovani, mio fratello era un ragazzo quando venne ucciso dalla mafia solo perché si occupava dei latitanti. È stato uno dei primi poliziotti, insieme a Chinnici, che nel 1982 giravano per le scuole a far conoscere cosa vuol dire Legalità. Questi sono stati anni terribili che ha visto la morte di diversi poliziotti come Antiochia, Zucchetto oltre a mio fratello. Questi poliziotti avevano qualcosa in comune: la Giustizia”. “Pierantonio era un ragazzo rispettato da tutti a Niscemi- racconta la signora Burgio- si era diplomato di odontotecnico nel capoluogo etneo e aveva deciso di iscriversi all’Università di Catania nella facoltà di Odontoiatria. Dieci giorni prima di fare l’esame di ammissione all’Università, scompare misteriosamente. È stata una sorpresa per tutti gli abitanti di Niscemi perché Pierantonio era un ragazzo che aiutava tutti, soprattutto i più deboli e gli anziani. – continua il racconto la madre- Ho cercato per 14 anni insieme alle forze dell’ordine che non mi hanno mai abbandonato. Ancora oggi non so come è stato ucciso mio figlio, i giornali dicono che forse lui ha visto qualcosa che non doveva vedere. È stato strangolato e poi buttato in una fossa profonda 50 cm e c’erano degli alberi che lo proteggevano. Io nutrivo sempre quel sottilissimo filo di trovarlo che si affievoliva giorno dopo giorno. A Niscemi si è mossa qualcosa dopo che questo ragazzo compagno di Pierantonio ha parlato in un fiume di lacrime. Il giorno del funerale per me è stato un giorno di festa perché sapevo dove potevo andarlo a trovare. Sono sicura che il giorno che lo stavano strangolando lui si ricordava di me. Noi che viviamo in una isola bellissima invidiata da tutti dobbiamo riuscire a debellare la mafia, perché la nostra terra non può essere infangata da queste persone”. I nomi li possiamo dimenticare, ma non possiamo dimenticare quello che è successo in tutti questi anni. (Raffaele Ragusa)
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