PER FAR CHIAREZZA SUL SERVIZIO DELLE “IENE”

Facendo seguito a delle notizie di stampa, desidero brevemente fare chiarezza su quanto avvenuto a proposito di un servizio della trasmissione televisiva “Le Iene” e concernente un processo da me trattato quale sostituto procuratore della Repubblica a Catania.

La scorsa settimana, un inviato della trasmissione si è presentato presso il mio ufficio, chiedendomi una intervista in ordine al processo celebrato a Catania nei confronti, tra gli altri, della signora C.M.A.

Mi sono dichiarato disponibile all’intervista, chiedendo a tale inviato – trattandosi di una trasmissione di intrattenimento e non già di informazione – un impegno a trasmettere l’intervista senza interruzioni o cesure e senza tagli o manipolazioni delle dichiarazioni rese che stravolgessero o modificassero il mio pensiero.

L’inviato mi ha risposto di non essere in grado di garantire il rispetto di tali richieste.

Ho allora riferito al mio interlocutore che non avrei rilasciato l’intervista e che non consentivo alla diffusione televisiva di immagini o dichiarazioni che mi riguardassero, accettando soltanto, per puro spirito di cortesia, di rendergli alcune dichiarazioni informali, al fine di esporre il mio punto di vista sul reale svolgimento delle vicende processuali.

Ho così chiarito quanto segue:

La signora C.M.A. è stata processata e sottoposta alla misura degli arresti domiciliari per i delitti di associazione con finalità di terrorismo ed eversione e di propaganda sovversiva per avere, tra l’altro, diffuso via internet (attraverso i siti, nella sua disponibilità, anarchyboom, amortelostato, morteaberlusconi) materiale teso a fomentare il sovvertimento delle istituzioni e lo scontro violento con le forze dell’ordine, nonché per aver diffuso istruzioni per il confezionamento, con modalità artigianali ed utilizzando materiali di facile reperimento, di ordigni esplosivi di vario genere (bomba acida, lampadina esplosiva, pipe bomb ecc.);

Nel corso del processo, la responsabilità della signora C.M.A. per i fatti sopra ricordati è stata valutata dapprima dai tre componenti della Sezione reati contro l’ordine pubblico e l’eversione della Procura di Catania, quindi è stata affermata dal G.i.p. e dal Tribunale del riesame di Catania, ed ancora dal G.u.p. e dalla Corte di appello di Catania;

Avverso le sentenze di condanna la signora non ha mai presentato ricorso, dimostrando con ciò di riconoscersi colpevole, ovvero di non riconoscere l’autorità dello Stato;

Nel corso del processo, l’ipotesi delittuosa di propaganda sovversiva è stata abrogata con legge n. 85 del 2006;

Solo dopo diversi anni, e su ricorso di un altro imputato, la Corte di cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte di appello di Catania;

La Corte di cassazione non ha posto in dubbio le condotte ascritte all’imputata, ritenute certe nella loro materialità, ma ha osservato che mancava la prova della esistenza di una struttura organizzativa di reale pericolosità. In esito al rinvio, la Corte di appello di Catania, nel corso di un nuovo giudizio, ha assolto l’imputata.

Non mi risulta che questi dati, da me esposti all’inviato, siano stati riportati nel corso della trasmissione, la quale, come anticipavo, è una trasmissione di intrattenimento, con finalità irridenti e burlesche che nulla hanno a che vedere con la corretta informazione giornalistica.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it