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Pellet contraffatto: maxi sequestro da 950 mila euro nel Ragusano
02 Lug 2025 11:42
Una vasta operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce un ingente traffico di pellet contraffatto. I militari del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio, hanno smantellato una filiera produttiva illegale con sede nel ragusano, dedita alla commercializzazione di combustibile per stufe e camini spacciato per prodotto certificato.
I finanzieri della Compagnia di Riposto hanno sequestrato 56 tonnellate di pellet confezionato in sacchi da 15 kg, recanti indebitamente il marchio “Enplus®” e la classificazione “A1”, standard internazionali che garantiscono alta qualità e potere calorifico. Il logo, perfettamente imitato nei caratteri, nella grafica e nei riferimenti normativi, è risultato completamente falso. Una vera e propria truffa ai danni dei consumatori.
Non solo falsi loghi: anche il contenuto era di pessima qualità. Le analisi sui campioni sequestrati hanno infatti rivelato che il materiale non rientrava neanche nelle categorie inferiori “A2” o “B”, risultando quindi non idoneo alla vendita come pellet certificato.
Il sequestro
Oltre al prodotto, i finanzieri hanno messo sotto sequestro oltre 208.000 sacchetti pronti per il confezionamento, che avrebbero permesso l’immissione sul mercato di ulteriori 3.000 tonnellate di pellet contraffatto, per un valore stimato di circa 950.000 euro. Gli investigatori hanno anche scoperto che l’azienda aveva già venduto oltre 1.000 tonnellate del materiale, incassando circa 355.000 euro.
Il legale rappresentante dell’impresa è stato denunciato alla Procura per frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Contestualmente, la società è stata segnalata per responsabilità amministrativa degli enti (D.Lgs. 231/2001) e nei suoi confronti è stato richiesto un sequestro preventivo per equivalente pari a oltre 350.000 euro.
Attualmente il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari. La responsabilità dell’imprenditore sarà accertata solo con sentenza definitiva, nel rispetto del principio di presunzione d’innocenza.
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