PAS: SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE

Da qualche mese mi ritrovo a combattere con casi di particolare rilevanza che vedono i figli contesi, nati da un amore ormai finito, diventare vittime dell’astio dei propri genitori. Si è parlato a lungo di PAS, Sindrome di Alienazione Parentale, chiamata in causa nella triste vicenda del bimbo di Padova conteso fra i genitori a colpi di sentenze, ma anche stavolta la diatriba prende il sopravvento sulle conseguenze umane. Per questo delicatissimo caso, di cui hanno parlato in tanti, è arrivata la sentenza della Cassazione: la madre deve riprendere con sé il bambino, la Suprema Corte ha affermato che la PAS è tuttora un’ipotesi, non avvalorata da prove scientifiche: questa sindrome non è riconosciuta dalla letteratura scientifica di riferimento. La Sindrome di Alienazione Parentale (PAS) sarebbe una forma di mobbing esercitata sui bambini, incitati dalla mamma, nella maggior parte dei casi, all’odio verso il papà, tanto da rifiutarlo e non volerne più sapere. Sono questi i tratti distintivi della PAS. La “terapia” così viene definita, da chi ritiene reale questo disturbo psichiatrico di mamma e bambino, consisterebbe nella sospensione dell’affidamento alla madre e in una psicoterapia per entrambi, ma non si tratta di un trattamento clinico, ma di pura coercizione: forzare il bambino a dimostrare affetto verso un genitore, separandolo dall’altro. A mio modestissimo parere non sembra in alcun modo la via maestra verso il benessere della ex-famiglia, se i bambini soffrono per il divorzio dei genitori non devono essere etichettati con patologie ma ascoltati, aiutati e non obbligati; non esisterebbe una reale patologia da curare, basterebbe una disponibilità all’ascolto da parte di persone tecnicamente esperte, che possano accompagnare il bimbo conteso nel difficile cammino verso l’accettazione di una famiglia vissuta diversamente. Lo squilibrio, le carenze o anche solo la disarmonia nel nucleo familiare sono destinate a minare in modo più o meno grave la vita futura di un bambino. La PAS sarebbe una vera e propria forma di violenza emotiva a scapito dei bambini, essa è capace di produrre significative difficoltà, tra queste conseguenze: gravi processi psicopatologici quali un esame di realtà alterato, narcisismo, indebolimento della capacità di provare simpatia ed empatia, mancanza di rispetto per l’autorità e tanto altro. Io personalmente, penso che il diritto dei figli a crescere con entrambi i genitori al proprio fianco, è il principio che dovrebbe guidare tutti.

 

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