PARLANDO ALLA DROGA…

Come una fenice che risorge dalle ceneri, illumino quel sogno senza ombre e devio i riflessi di quel sogno. Una luce cosi forte e cosi intensa quasi d’accecarmi, illumino il mondo a me sconosciuto.

Sentii una voce come se parlasse dentro la mia testa che mi disse: “sono quella che tu hai sempre cercato, seguimi ed io ti porterò nella città della luce, li troverai le risposte ai tuoi perché “.

Io risposi: “quello che ho sempre cercato è morto nei miei ricordi e io insieme ad essi”.

Sono venuto al mondo come una splendida rosa e me ne andrò.

Ma a lungo rimarrà il mio profumo.

Lei rispose, con voce fortissima, quasi come gridasse, sopra il mio dolore: ”il ricordo è immortale, se ha un corpo immortale in cui risiedere”.

E in quel momento sentii bruciarmi da per tutto come se le ceneri della fenice fossero all’interno del mio corpo.

Gridai con tutte le mie forze e le dissi: “vai, vai, lasciami in pace!

Non ti basta quello che io ho fatto per te?

Per te ho fatto piangere i miei cari!

Per te ho rubato!

Per te! Sono oggi privo della mia libertà.

E tu continui ancora a cercarmi?

Non ti basta tutto il male che mi hai già fatto?

Allora mi rispose: ”si, tu hai fatto tanto per me”.

Ma chi era quella sempre pronta a farmi stare bene nei momenti brutti?

Io! Chi era quella che ti stava vicino quando eri solo? Io! Io, ero quella che ti cullava quando entrava nel tuo corpo, facendoti dimenticare i problemi. Questo lo hai dimenticato?

Abbiamo trascorso parecchio tempo insieme, facciamo parte di tutto.

Solo noi sappiamo, e ora vuoi mollarmi cosi?

Allora io risposi: ”si! Per fuggire da te che mi hai portato solo guai, dolori e sofferenze, ma soprattutto, mi privi della  libertà.si ! ti mollo cosi! E almeno vicino a dio, non potrai più farmi del male. Allora lei mi rispose :”Sei un bambino, sempre pieno di domande e di perché ”.

La città  della luce ci aspetta e ricorda che dove vai tu, io ci sarò sempre nella tua vita e nella morte. 

 

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