È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
PAOLO VI
30 Ago 2014 05:56
Giovanni Battista Montini, dopo una breve esperienza diplomatica, fu un prelato della curia romana dal 1923 al 1954 ,durante il pontificato di Pio XI e di Pio XII. Dal 1924 al 1933 ricoprì l’incarico di assistente della FUCI .
Nel 1944, in una Roma da poco liberata, si faceva, su preciso mandato di Pio XII, con altri eminenti esponenti del clero e del laicato più preparato, promotore di nuove forme di associazionismo cattolico come il CIF e le ACLI
Prosegretario di Stato, durante il pontificato di Pio XII, nel Settembre 1954 venne nominato arcivescovo della diocesi ambrosiana senza la porpora cardinalizia, che gli fu conferita da Giovanni XXIII nel 1959.
Il concilio lo vide tra i protagonisti di primo piano e molti gesti di Roncalli sembrarono indicarlo come il suo successore.
Il conclave che lo elesse papa, nel Giugno del 1963, all’età di 66 anni, pare sia stato piuttosto travagliato per il contrasto tra quanti volevano la continuazione della linea giovannea e quanti volevano “seppellire il Concilio con Giovanni XXIII”.
La scelta di Montini è una soluzione di compromesso, dovuta anche alla sua affermazione, in una lettera pastorale del 1962, che il Concilio non avrebbe potuto decretare “riforme radicali e sbalorditive negli ordinamenti presenti della Chiesa.”
Tutto il pontificato montiniano si svolge all’insegna di un riformismo moderato che rinnova la curia romana, il collegio cardinalizio, le strutture interne e i rapporti internazionali della Santa Sede.
Durante il pontificato di Paolo VI abbiamo tre sessioni conciliari nel 1963, nel 1964 e nel 1965.
Il Papa ritiene opportuno avocare a sé alcune decisioni, creando ovviamente scontento nella fascia più progressista dei Padri Conciliari.
Ribadisce il Primato Petrino. Questo del rapporto tra il Vescovo di Roma e il Concilio dei Vescovi è un problema secolare che ha visto la Chiesa oscillare tra una forma di monarchia assoluta e la richiesta di una gestione collegiale. A parte il fatto che costituisce uno dei punti fondamentali del dialogo con le chiese ortodosse, per le quali il Papa è semplicemente il Vescovo di Roma, pari a tutti gli altri Vescovi.
Paolo VI , a conclusione della terza sessione nel novembre del 1964, proclama Maria Mater Ecclesiae suscitando la reazione di alcuni Padri Conciliari che in questo vedono il pericolo di rendere più difficile il rapporto con le chiese protestanti.
Il 30 Giugno del 1968, anno della Fede, Paolo VI proclama “Il Credo del Popolo di Dio”, che pare sia stato scritto dal filosofo Maritain, suo amico. Da alcuni fu considerato un passo indietro rispetto allo spirito del Concilio.
Paolo VI avviò la così detta ostpolitik, convinto che fosse l’unico modo per rendere la vita meno difficile alle chiese dei paesi comunisti.
Nei primi anni del suo pontificato aveva suscitato tanti entusiasmi, aveva inaugurato, per fedeltà dell’Apostolo delle genti di cui aveva scelto il nome, la stagione dei viaggi intercontinentali per annunciare Cristo a tutto il mondo, aveva portato molto avanti il dialogo con gli ortodossi i protestanti e i non cristiani.
Le sue encicliche “Ecclesiam suam “ e “Populorum progressio” suscitarono entusiasmi non inferiori a quelle di Rocalli.
Dopo le encicliche “Sacerdotalis coelibatus” (1967) e “Humanae vitae”(1968) che spensero una diffusa speranza di superamento delle posizioni tradizionali sul celibato e sulla contraccezione, si ritrovò isolato. Furono anni di crisi, di lacerazioni, di sofferenza all’interno del mondo cattolico che molti di noi abbiamo sperimentato di persona.
Gli interpreti più spregiudicati del rinnovamento conciliare continuarono nelle così dette comunità di base le loro esperienze senza darsi pensiero dell’autorità del papa e dei vescovi,si ebbe un crollo delle vocazioni e il ritorno allo stato laicale di sacerdoti, religiosi e religiose, le organizzazioni cattoliche laicali entrarono in crisi,l’Azione Cattolica passò da tre milioni e mezzo a mezzo milione di iscritti, le ACLI furono apertamente sconfessate dallo stesso Paolo VI, nell’area tradizionalista nacque lo scisma di Lefevbre i cui capisaldi consistevano nel rifiuto in toto del Concilio e nel ritorno al catechismo di Pio X e alla messa in latino.
Le drammatiche vicende politiche italiane degli anni di piombo toccarono profondamente Papa Montini, soprattutto in occasione del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Lo statista aveva chiesto il suo aiuto con una lettera fattagli recapitare attraverso la propria famiglia.
Paolo VI chiese pubblicamente alle BR il suo rilascio senza condizioni, mentre lo stesso Moro, la sua famiglia, i sostenitori della trattativa avrebbero voluto che si pronunciasse a favore di uno scambio, ma questa sarebbe stata un’indebita ingerenza nella politica del Governo in carica.
Paolo VI volle celebrare i funerali di stato di Aldo Moro in S. Giovanni in Laterano, nonostante una telefonata anonima annunciasse il progetto, da parte delle brigate rosse, di un attentato.
Stupì la sua preghiera in cui sembrava rimproverare Dio di non aver voluto salvare la vita di Aldo Moro.Era il Maggio del 1978, è morto a Castelgandolfo il 6 Agosto.
Per la prima volta abbiamo assistito ai funerali di un papa con una nuda bara deposta a terra, su cui era posato un vangelo sfogliato dal vento.
Laura Barone
© Riproduzione riservata