Paolo Monello neo assessore al Comune di Vittoria: “Ecco perchè ho accettato la proposta di Aiello”

Paolo Monello, neo assessore ai Beni e Attività Culturali, Studi Storici e Tradizioni Popolari, Archivi comunali Tutela del Liberty del comune di Vittoria. Monello, già sindaco di Vittoria, è stato deputato nella X e XI legislatura, negli anni 1987 – 1992 e 1992 – 1994, poi assessore per due anni nella giunta guidata da Giuseppe Nicosia. È stato sindacalista Cgil ed è soprattutto uno storico appassionato che ha dedicato moltissimi anni agli studi della città di Vittoria, attingendo a fonti inedite, studiando ed analizzando riveli. Da 15 anni si è dedicato quasi esclusivamente agli studi storici. In agosto 2023, è tornato alla politica attiva, nominato dal sindaco Francesco Aiello dopo le dimissioni del predecessore, il vicesindaco Filippo Foresti.

Paolo Monello, perchè ha accettato di essere il nuovo assessore della giunta Aiello? Lei è stato consigliere comunale, sindaco, deputato, assessore. Nell’ultimo periodo lei si è dedicato soprattutto alla ricerca storia. Ora invece ha deciso di ritornare in pista con la politica attiva e l’amministrazione pubblica.

“Pur onorato e grato per la proposta fattami dal sindaco Aiello, in verità ho esitato, perché non pensavo dopo 15 anni di tornare a fare politica o attività amministrativa e perché ormai ero assuefatto al mio tranquillo modo di vivere. Poi, riflettendo, mi sono detto che forse posso dare un contributo alla crescita culturale di questa Città, spesso bistrattata da noi stessi. Pur non essendo un accademico, sono un appassionato di storia e -come ha precisato lei stessa- mi dedico alla ricerca storica fin dal 1985 saltuariamente, quasi a tempo pieno dal 1993 e a tempo pieno dal 2009. È una passione che mi ha portato a scoprire la grande storia di Vittoria, che in poco più di 4 secoli, dal nulla è oggi l’ottava citta della Sicilia per popolazione e una delle città più prospere dell’Isola. Non è un caso a mio avviso: questo risultato è frutto di gruppi dirigenti assai capaci e di un’agricoltura specializzata. Vittoria per 300 anni è stata una delle aree vinicole maggiori dell’Isola e dopo la parentesi dei primaticci (pomodori, zucchine, fagioli, piselli etc.) dal 1959 in poi è diventata la capitale della serricoltura. Ecco, io vorrei che questa storia -che in gran parte ho ricostruito- non andasse smarrita: questo vuole essere il mio contributo”.

All’inizio del suo mandato ha reso pubblici gli obiettivi che si prefigge per la cultura vittoriese. Tanta carne al fuoco. Un obiettivo ambizioso…quali sono le priorità?

“Sono abituato a proporre molto e a dedicarmi in sordina a tutto, realizzando le cose ad una ad una.
Lei non sa quanta pazienza mi ci è voluta per trascrivere migliaia e migliaia di pagine di riveli scritti in parte in latino ed in parte in italiano: ci ho lavorato un poco al giorno, per anni e anni, fino ad avere oggi il risultato che nessuna città della Sicilia ha i riveli completi come Vittoria dal 1616 al 1816. Questo è il mio metodo. Pochi annunci e solo a cose fatte, ma lavoro sodo e continuo. La mia priorità assoluta è quella di trovare una sede adeguata per la Biblioteca Comunale e l’Archivio Storico. Poi, nei locali del Castello, vorrei creare un grande Museo digitale per la storia di Vittoria e del suo territorio, cominciando dai reperti rinvenuti nel nostro territorio fino a comprendere gli studi più recenti. Per queste ad altre idee, chiederò suggerimenti e proposte in un organismo che ho già proposto al Sindaco di costituire e che vorrei chiamare la “Consulta della Memoria”. Spero molto di riuscire a coinvolgere le scuole ed i giovani, senza i quali la memoria non avrebbe futuro”.

Com’è cambiata la politica dagli anni della sua sindacatura? Oggi fare il sindaco è certamente più difficile…



“Fare il sindaco è sempre difficile. Oggi però credo lo sia più di una volta. Prima c’erano fondi certi, come la legge regionale 1/79 sui servizi ed investimenti, la contrazione di mutui con la Cassa DD.PP. era più facile e la Regione erogava fondi cospicui. Dagli anni ’90 prima la legge Bassanini sull’organizzazione dirigenziale poi il Patto di Stabilità (imposto dal trattato di Maastricht) hanno ristretto le possibilità di ottenere finanziamenti come prima, anche se oggi non mancano i canali giusti per ottenerli, ma occorrono nuove professionalità, capaci di lavorare con i bandi regionali, nazionali ed europei. La situazione dell’ente è deficitaria per le note vicende e come personale è al 50 per cento rispetto agli anni ’90. Non mi nego le difficoltà: la situazione finanziaria, la carenza di personale, la mancanza di maggioranza in consiglio. Vedo a volte “polemicuzze” becere, sterili e meschine. Non è mia intenzione entrare in questo meccanismo perché Vittoria è più grande e più colta di quel che sembra ed io voglio contribuire, insieme con il sindaco e la giunta e nell’ambito dei programmi, a rendere più colta, più civile e moderna questa città. Ci riusciremo? Questa è la sfida…”

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