PAMELA PICCIONE LA “DANTE” DEL 2010

Nata il 09-01-77 a Vittoria, la poetessa Pamela Piccione sin dalla tenera età prova grande passione e diletto nella lettura. Tale passione sfocerà ben presto nella scrittura, supportata dallo spiccata fantasia. Essa in un primo momento sarà un’idilliaca cornice che farà da supporto al suo lavoro. Un infanzia molto particolare e difficile, ma come tutti i grandi poeti riescono a tramutare il trascorso in arte, anche in lei riscontriamo una grande sensibilità artistica. “Ero molto piccola, ma mi sovvenivano pensieri che mi facevano paura…Ad esempio: osa c’è dietro la luna? Cos’è l’infinito? A questa domanda non trovavo ovviamente nessuna risposta, ma soltanto un cuoricino che batteva fortissimo in preda alla paura ed allo sconsolamento di una figura paterna assente. Questa per me fu la mia prima grande delusione… Nascono molte poesie dedicate all’uomo che amai, ma che non riuscii a conquistare mai. “A mio Padre”, “Solo ad un uomo”. Quest’ultima composta a rima baciata e definita da VITTORIO SGARBI un capolavoro”. Vittorio Sgarbi, inoltre, ha etichettato Pamela Piccione come la “Dante del 2020″. Tra i suoi versi spiccano quelli dedicati al nonno paterno, nati a seguito dell’amore sconfinato che le è stato donato. “Nascono anche poemi dedicati a lui tra cui ” Una magica figura”. La condizione psicologica e la visione del mondo fu avallata dalla “conoscenza” precoce del più grande poeta di tutti i tempi cioè Leopardi. Infatti ,iniziai a leggerlo a l’età di otto anni. Me ne innamorai e riscontrai le mie idee nelle sue maestose opere. La mia prima poesia “nacque” nel dicembre del ’90 con il titolo “L’ultimo genio (Leopardi)”. Frequentava la facoltà di “Filosofia” quando fu vittima di un ulteriore gravissimo dolore:la tragica morte del suo ragazzo. Da questo macabro episodio nascono diversi inni, rivolti al sentimento più nobile cioè l’amore. “Angelo mio”,”Ad un ragazzo” “Un sogno” etc… Nel 1994 ha pubblicato diverse poesie per volere del compianto Avv. Ferrara nell’ “Angolo del poeta” con un successo meritevole. Da due anni scrive nel “Pungiglione”. “Oggi sono una studentessa di filosofia,greco,latino e bioclimatologia medica. Il mio sogno è diventare una scrittrice esemplare. Tra le centinaia poesie ricordo un romanzo ed un’autobiografia”. Il suo talento la porta anche a riuscire ad interpretare i sentimenti che provano gli immigrati che in questo periodo stanno attraversando il Mediterraneo, colpevoli solo di cercare pace e libertà nella nostra terra. A seguire vi viene proposta la poesia “Campo Minato”.

Campo Minato

Aspra e pungente l’arida terra della vita…!

Sentiero spigoloso per il passo dolce della vittima terrestre…

Acida quell’aria di cui mi nutro,

inquinante al respiro flebile e quasi taciturno,

ma ancora vivo poiché batte,

e spera irruente…

Agita l’emozione che nasce,

partorisce vibrazioni,

 per poi morire di delusioni,

in un campo assorto da frustrazioni,

dove muoiono le aspirazioni seppellite

dalla tribolazione di un popolo indegno

senza nessun rancore.


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