OTTENUTI TESSUTI POLMONARI DA CELLULE DELLA PELLE

Alla Columbia University Medical Center,  per la prima volta, i ricercatori hanno trasformato cellule somatiche in cellule staminali indotte e poi queste in cellule differenziate polmonari e di altri distretti dell’apparato respiratorio.

In pratica, il risultato è stato ottenuto in più fasi.

Sono state prelevate cellule della pelle umana che, trattate con specifici  fattori di crescita sono ‘regredite’ (o come dicono in gergo sono “tornate indietro nel tempo”) fino a trasformarsi in cellule staminali pluripotenti indotte iPSC (induced Pluripotent Stem Cells) ovvero  cellule non ancora differenziate che possono assumere qualsiasi tipo di ‘specializzazione’.

Poi le staminali sono state immerse in altri fattori di crescita che le hanno indotte a diventare cellule specializzate dei polmoni e delle vie aeree; per la precisione sono stati ottenuti 6 diversi tipi cellulari tra cui nello specifico le cellule alveolari di classe II deputate alla produzione di surfattante e quindi fondamentali per il processo respiratorio ed il funzionamento degli alveoli.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Biotechnology (Efficient generation of lung and airway epithelial cells from human pluripotent stem cells; Published online 01 December 2013).

Lo scopo principale è quello di trasformare le cellule staminali in tessuti dell’apparato respiratorio per i trapianti di polmone nell’ambito di quella nuova branca denominata medicina rigenerativa.

«Finora è stato mostrato che è possibile trasformare cellule staminali umane in cellule cardiache, pancreatiche, intestinali, del fegato e cellule nervose. Ora siamo finalmente in grado di realizzare cellule del polmone e delle vie aeree. Questo è importante per i trapianti di polmone che hanno grossi problemi di rigetto. Questo è importante perché i trapianti di polmone hanno una particolare prognosi infausta. Sebbene qualsiasi applicazione clinica sia ancora molto lontana, possiamo cominciare a pensare di fare trapianti autologhi di polmone, cioè trapianti che utilizzano le cellule della pelle di un paziente per generare tessuto polmonare funzionale» ha spiegato Hans-Willem Snoeck coordinatore dello studio.

I risultati di questo studio assumono una notevole valenza morale e scientifica  poichè si aprono nuovi scenari su molti fronti: innanzitutto, di pari passo con la messa a punto di nuove tecniche di bioingegneria, si fanno strada approcci terapeutici e applicazioni cliniche innovativi. I ricercatori adesso possono avere a disposizione per le loro ricerche in laboratorio modelli tissutali umani per studiare le malattie respiratorie ed analizzarne il decorso.

Inoltre, ricostituendo in vitro i tessuti, si potranno sperimentare e testare gli effetti di farmaci senza ricorrerre alla vivisezione (eticamente inaccettabile) sulle cavie da laboratorio innescando così, speriamo nettamente e definitivamente, un nuovo modo di fare ricerca  che salvagurdi la vita, la dignità e i diritti degli animali che in quanto esseri senzienti provano dolore (fisico e psicologico), paura e voglia di vivere non meno degli uomini.

 

                                                                                                             

 

 

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