ORESTE BARATIERI

Nel 2014 si fa un gran parlare del centenario dell’inizio della Grande Guerra. Mi era accaduto in passato di fare delle ricerche in merito, soprattutto riguardo alla cosiddetta Guerra Bianca, ossia quella di trincea sulle montagne dolomitiche, ma non solo. E ho scoperto i generali! Sì, quelli che hanno mandato al massacro milioni di persone per incompetenza e superficialità. Ma hanno intitolato loro vie e piazze. Io ricordo una via gen. Oreste Baratieri, al mio paese, ma nessuno mi sapeva dire chi fosse. Poi ho inciampato in questo nome e allora ho saputo che era stato un generale dell’esercito italiano…

Breve biografia: nacque a Condino (Tn) nel 1841 e morì a Vipiteno (Bz), nel 1901.

Partecipò alla spedizione dei Mille e alla campagna del 1866. Divenne ufficiale  dell’esercito nel 1872, combatté in Africa, dove nel 1891 fu nominato comandante in capo delle truppe e nel 1892 governatore della colonia di Eritrea. Il I marzo 1896 fu sconfitto ad Adua e ciò compromise la sua reputazione, anche se il tribunale militare dell’Asmara, cui il governo italiano l’aveva denunciato  per “omissioni, negligenze, e abbandono di comando in guerra” e venne assolto per inesistenza di reato. Fu anche deputato dal 1876-1895). Scrisse dell’Africa e un’autobiografia.[fonte: Treccani].

Riguardo la sconfitta di Adua, cui c’è l’anniversario  due giorni fa, mi pare opportuno dare cenno di come si svolse la battaglia.

Le truppe italiane presenti in Africa, ad Adua, erano circa 16.000, tra soldati nazionali e truppe indigene (ascari), suddivisi in quattro Brigate. Parecchi furono gli errori commessi che portarono alla sconfitta: 1) Il principale fu che le varie Brigate si separarono inoltrandosi, ognuna per suo conto, in vallate di luoghi a loro sconosciuti, costituendo, così divisi, facile obiettivo per gli abissini che, attaccandoli separatamente, li sconfissero facilmente. – 2) Il giorno prima della battaglia erano arrivati dei rinforzi dall’Italia, ma non furono utilizzati come si sarebbe dovuto. – 3) Un altro errore commesso fu quello di inviare in Africa quasi esclusivamente Fanteria, con piccole quote di artiglieria, ma soltanto da montagna. Ci fu una carenza negli armamenti. Gli etiopi disponevano di circa 80.000 fucili Gras forniti dai francesi. (Non si cambia mai!)

Il generale come si è visto fu gratificato a entrò in politica.

Gli italiani che  furono fatti  prigionieri, quando tornarono in patria fu loro proibito di parlare della sconfitta di Adua e trattati come vigliacchi.

Ma come ho detto all’inizio, Oreste Baratieri ebbe intitolate vie e piazze. Fu uno dei tanti generali che per ignoranza tattica, supponenza e incapacità, mandarono a morire tantissima gente.

Io mi domando, ben sapendo che la giustizia è spesso un’opzione, perché a due poliziotti ferroviari come il brigadiere Filippo Foti  e la guardia scelta Edoardo Martini, che morirono per salvare chissà quante persone da una bomba (un attentato sull’Alpen Espress), alla stazione ferroviaria di Trento,  il 30 settembre 1967, sia stata intitolata in città  solo una piazzeta (perché più minuscola non si può!) dopo 42 anni dall’evento, con una targa già arrugginita dopo tre mesi di esposizione alle intemperie! Da vergognarsi! Ah già, non erano mica generali!

 

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